Cronaca / Valchiavenna
Venerdì 03 Gennaio 2014
Un parto spontaneo
per i due gemellini
Il giorno di San Silvestro mamma Michela Ceni, 36 anni, di Verceia, ha chiesto di essere dimessa dall’ospedale di Lecco per trasferirsi a Chiavenna a partorire
Già nel maggio dello sorso anno mamma Federica Gadola, 33 anni, di Campodolcino, aveva deciso di partorire in modo spontaneo, a Chiavenna, i suoi due gemelli, Paolo e Nicola, nati a 13 minuti di distanza l’uno dall’altro, e, il giorno di San Silvestro, anche mamma Michela Ceni, 36 anni, di Verceia, ha deciso di fare lo stesso, chiedendo di essere dimessa dall’ospedale di Lecco, per trasferirsi a Chiavenna a partorire.
«Ero scesa a Lecco su consiglio stesso del medico, dottor Spellecchia, che mi segue da anni, perché c’era il rischio che potessi partorire prima del tempo - dice Michela -, invece è andato tutto bene e sono arrivata alla 36esima settimana senza problemi. Allora - aggiunge -, dato che desideravo molto partorire a Chiavenna, ho chiesto di essere dimessa il giorno 30 e, la notte stessa, sono entrata in reparto a Chiavenna».
Dopo alcune ore di travaglio, alle 9.10 del mattino del 31 dicembre, Michela ha dato alla luce, prima Francesco, di 2,5 chili, poi Ebe, di 2,4 chili, che si presentava podalica.
Quest’ultima è nata alle 9.22, dodici minuti dopo il fratellino. Tutti in ottima forma, per la gioia della mamma, del papà Davide e dei piccoli Tiziano, primogenito, di 4 anni, e Massimo, di 2 anni.
«Il parto gemellare spontaneo è raro - afferma il primario -, ma si può ricorrervi quando se ne presentano le condizioni e la mamma e il papà lo desiderano. Fermo restando che è sempre pronta la sala operatoria per procedere col cesareo, se necessario. Del resto i parti cesarei, ormai, sono in riduzione rispetto a quelli spontanei tant’è che, nel 2013, si parla di un 30% dei primi sui secondi».
Chiavenna, poi, al pari di Sondalo, effettua da anni anche il parto in analgesia, introdotto anche a Sondrio dall’agosto scorso. Così come buono è il riscontro rispetto alla raccolta del sangue dal cordone ombelicale, ricco di cellule staminali, poi dirottato sulla “Banca del sangue ombelicale” di Milano.
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