Cronaca / Morbegno e bassa valle
Martedì 16 Giugno 2015
Un fulmine lo uccide davanti all’amico
A perdere la vita durante un’escursione all’Alpe Lago Marco Bianchini, di Talamona. Il coetaneo che era con lui ha dato l’allarme al 118. La zona è considerata tra le più rischiose in caso di temporali
È stato colpito da un fulmine sotto gli occhi di un amico che nulla ha potuto fare per salvarlo. Così ha perso la vita domenica Marco Bianchini, ragazzo di 22 anni di Talamona, folgorato mentre si trovava nei pressi del laghetto di Alpe Lago nell’alta valle del Bitto di Albaredo.
I due ragazzi erano partiti ieri mattina dalla zona sopra Talamona e hanno attraversato gli alpeggi fino alla valle di Albaredo, passando dall’Alpe Piazza e salendo da qui fino al laghetto di Lago, che si trova a una quota di circa 2mila metri. Poco dopo le 13, è scattato l’allarme ai soccorritori. Marco Bianchini è stato colpito da un fulmine caduto durante il temporale che in quel momento si è abbattuto sulla zona. L’amico che era con lui ha immediatamente chiamato il 118 riferendo che il compagno non dava segni di vita. A seguito dell’incidente è stata allertata anche la stazione del soccorso alpino di Morbegno che è salita con una squadra insieme al soccorso alpino della Guardia di Finanza. In volo si sono alzati anche l’elicottero del 118 di Sondrio e quello di Bergamo, proprio perché inizialmente l’incertezza riguardava in particolare la zona in cui potevano trovarsi i ragazzi.
A individuarli dopo numerosi voli sopra tutta la vasta area degli alpeggi sopra Albaredo, con gli ostacoli meteorologici legati alla pioggia persistente e alla nebbia che ricopriva la zona, sono stati i soccorritori dell’elicottero proveniente da Bergamo. Giunti sul posto però, non hanno potuto fare altro che constatare la morte di Marco Bianchini, andato in arresto cardiaco a seguito della scarica elettrica che lo ha colpito. Dopo il recupero da parte dell’elicottero del 118, la salma del giovane Marco Bianchini è stata trasportata a Morbegno dove è stata ricomposta nella camera mortuaria dell’ospedale.
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