Cronaca / Circondario
Sabato 07 Marzo 2015
Uffici postali a rischio
Tutti ai sit-in di protesta
I dipendenti sul piede di guerra invitano anche i cittadini a mobilitarsi sabato 14 marzo. «Colpa della carenza di personale, ribelliamoci». Appuntamento ad Acquate e a San Giovanni
I dipendenti postali sul piede di guerra: sabato 14 marzo sarà una giornata di agitazione, con una serie di sit-in per dire no alla chiusura di sedici uffici postali dislocati nel Lecchese. Sedici uffici di cui sette abbasseranno definitivamente la serranda e non riapriranno più, per gli altri nove avanza invece la chiusura per più giorni alla settimana.
Sit-in che coinvolgeranno innanzitutto gli uffici postali interessati dalla chiusura, ma anche altri uffici dove c’è carenza di organico, come Oggiono e Garbagnate Monastero. A Oggiono puntualmente si crea coda: al venerdì giorno di mercato si rischia di impiegare tre quarti d’ora per spedire una raccomandata, mentre a Garbagnate Monastero capita che ci sia un unico dipendente in servizio, così come spesso avviene ad Abbadia e in Valsassina.
«La carenza di personale, ormai diventata insostenibile, è tra le cause principali della chiusura degli uffici postali, una decisione non condivisibile in termini sociali, economici e occupazionali - sottolinea Giuseppe Marinaccio, segretario generale Poste Cisl Lombardia -. Per questo apprezziamo la risoluzione contro il provvedimento di Poste approvata all’unanimità dal consiglio regionale il 3 marzo e invitiamo i rappresentanti delle istituzioni ad ogni livello a partecipare ai nostri sit-in la prossima settimana».
L’invito è rivolto in particolar modo agli amministratori, sindaci, assessori e consiglieri comunali, oltre che cittadini dei paesi dove è prevista la chiusura degli sportelli.
© RIPRODUZIONE RISERVATA