Cronaca / Circondario
Mercoledì 12 Marzo 2014
Ucciso dal cervo nel bosco
«L’animale era pericoloso»
Il processo per la morte dell’uomo che correva a Valgreghentino
Primi due testimoni davanti al giudice, caso aggiornato a fine aprile
Valgreghentino - È entrato nel vivo ieri il processo per omicidio colposo a carico di Olinka Koster, che nel 2010 gestiva un agriturismo a Valgreghentino, da cui è scappato il cervo Amilcare che ha ucciso Giovanni Panariti, 59 anni di Valgreghentino.
Degli oltre trenta testi previsti, il giudice monocratico Salvatore Catalano ne ha ascoltati due.
Per primo ha deposto Aldo Fasoli, nell’ottobre 2010 capo del nucleo faunistico di Lecco.
Fasoli ha raccontato le fasi della cattura dell’animale a Toscio, frazione di Galbiate, a partire dalle segnalazioni fino al trasferimento a Margno e alla sua soppressione perché «pericoloso».
«Quando è giovane, il cervo cerca un contatto di socializzazione. Tra settembre e dicembre, però, cerca la lotta con i consimili maschi. Quando cresce, diventa più aggressivo. Poiché questo cervo era cresciuto in un recinto, considerava gli uomini consimili».
La morte di Panariti è avvenuta tra la sera dell’8 ottobre, quando era uscito di casa per una corsa nei boschi, e le 5.30 del 9, quando il suo corpo è stato rinvenuto sul sentiero da un cacciatore. Perciò è presumibile che il cervo l’abbia scambiato per un antagonista e incornato.
Prossima udienza il 28 aprile per ascoltare i rimanenti testi dell’accusa e sette testimoni della parte civile.
Tutti i dettagli nell’ampio servizio su “La Provincia di Lecco” in edicola mercoledì 12 marzo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA