Cronaca / Tirano e Alta valle
Domenica 19 Aprile 2015
«Troppe tasse, difendete i frontalieri»
Da sindacati e lavoratori in Svizzera l’appello a deputati e senatori contro la doppia imposizione fiscale. Ristorni fino al 2017, poi dovrebbe cambiare tutto. Ivan Cameroni: «Bisogna alleggerire la pressione».
«Ora il compito di difendere i frontalieri tocca ai parlamentari delle province di confine». Tante novità straordinarie hanno reso necessarie le assemblee di primavera, e da sindacati e lavoratori arriva una chiara richiesta a deputati e senatori di maggioranza e opposizione. Quest’anno alle tradizionali riunioni di fine autunno si sono affiancate quelle di aprile, dovute alle novità emerse negli ultimi mesi sul fronte italo-svizzero che riguardano i quasi cinquemila frontalieri attivi e moltissimi pensionati. I temi affrontati dai sindacalisti di Unia, Syna, Cgil, Cisl e Uil sono stati sostanzialmente due: la firma della nuova convenzione fiscale contro le doppie imposizioni fiscali e il futuro sistema di tassazione. A Tirano e Chiavenna, venerdì sera e ieri pomeriggio Ivan Cameroni, Mirko Dolzadelli, Raimondo Pancrazio, Arno Russi e Giuseppe Barbusca hanno illustrato i numerosi cambiamenti già avvenuti e quelli in programma, spesso ancora da definire.
Da due mesi si discute di una nuova tassazione e ora i sindacalisti l’hanno illustrata ai lavoratori, oltre trecento nelle due assemblee della Media Valtellina e della Valle della Mera. Sono previste quattro fasi. Fino al 2017 tutto resterà invariato e i frontalieri residente nella fascia di confine continueranno a pagare le imposte solo nei Grigioni, senza dover dichiarare nulla in Italia, e proseguirà il sistema dei ristorni. Poi nel 2018 dovrebbe partire – il condizionale sembra necessario – la seconda fase, con la tassazione del 70% del reddito del frontaliere in Svizzera – dove le aliquote sono notoriamente inferiori a quelle del Belpaese – e il resto in Italia. Ma in un primo momento, non si sa per quanto, l’Italia applicherà delle condizioni speciali che non faranno aumentare la pressione fiscale. Successivamente inizierà un progressivo innalzamento delle aliquote italiane, per arrivare a un sistema di imposizione tutto in Italia. «Sarà un percorso graduale e lento – ha spiegato Ivan Cameroni del Syna -. Sotto pressione dei sindacati, le autorità hanno assicurato che avverrà in almeno dieci anni. Bisogna alleggerire la tassazione sui frontalieri nella legge di recepimento dell’accordo: per questa ragione ci vuole il sostegno dei parlamentari di tutta la zona di confine lombarda e piemontese».
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