Cronaca / Valsassina
Mercoledì 11 Dicembre 2013
Travolto da più auto,
uno solo a processo
Accusato di omicidio colposo l’uomo che caricò sul cofano Marino Angioli sulla nuova Lecco-Ballabio
La vittima stava attraversando la strada dopo una “puntata” alla baita degli Alpini di pizzo Erna
Una prima auto l’ha caricato sul cofano, quindi è volato sull’asfalto, sull’opposta corsia di marcia, proprio nel momento in cui stavano transitando altre vetture. La prima l’avrebbe schivato (ma la circostanza non è mai stata formalmente appurata), la seconda l’ha centrato in pieno. Un doppio impatto che non gli ha dato scampo.
È iniziato ieri mattina in tribunale a Lecco, davanti al giudice monocratico Gian Marco De Vincenzi, il processo per la morte di Marino Angioli, 77 anni, ex camionista nato a Bergamo e residente da qualche anno a Valmadrera dopo aver trascorso un’intera vita ad Andalo Valtellino (in provincia di Sondrio). La tragedia si è consumata il pomeriggio di domenica 4 dicembre 2011 lungo la nuova Lecco-Ballabio.
Ieri mattina in aula, il comandante del distaccamento bellanese della Polizia stradale, ispettore capo Ezio Ferrante, e uno degli agenti che quel pomeriggio intervennero sul luogo della tragedia hanno ricostruito i fatti, raccontando di come Angioli avesse parcheggiato il suo Fiat Doblò a bordo strada, con il muso in direzione Lecco, quindi avesse attraversato la strada e si fosse recato alla baita degli Alpini di pizzo Erna, sotto Versasio, poco prima delle ultime gallerie verso Ballabio. L’incidente era avvenuto all’uscita dal rifugio: l’uomo stava riattraversando la strada per riprendere il furgone quando era stato centrato in pieno da una Peugeot 407 condotta da Luigi Fazzini, 68 anni, di Casargo, l’uomo ora sotto processo con l’accusa di omicidio colposo (è difeso dall’avvocato lecchese Marco Rigamonti).
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