Cronaca / Sondrio e cintura
Mercoledì 16 Ottobre 2013
«Tragedie del mare
Nessuno ci chiama»
Emergenza immigrazione a Lampedusa, Giuliano Pradella non si esime dall’esprimere il suo parere.
Sollecitato rispetto a un possibile intervento di uomini e mezzi della Protezione civile sul fronte dell’emergenza immigrazione a Lampedusa, Giuliano Pradella, assessore provinciale, con la consueta franchezza non si esime dall’esprimere il suo parere.
«Sono giorni che mi interrogo anch’io sullo stesso argomento - ammette - e non riesco, francamente, a capire come mai non si venga mobilitati come Protezione civile. Pensare che noi, solo a Sondrio, avremmo tutto l’occorrente per dare una mano persino risolutiva, in termini logistici, a una simile situazione. Abbiamo una cucina mobile perfettamente attrezzata per preparare pietanze calde, abbiamo container con bagni e docce, abbiamo di tutto di più. Dopodiché, non dico che dovremmo essere mobilitati noi di Sondrio, potrebbero essere altre Colonne Mobili lombarde o di altre regioni, fermo restando che la Regione Lombardia è quella più dotata da questo punto di vista».
Pradella si mostra deciso e attonito. «Fa male assistere a certe scene in televisione. Vedere gente ammassata in delle specie di scatoloni, materassi inzuppati d’acqua, scene altro che da terzo mondo, con giornalisti stranieri che girano per queste realtà affermando che le persone vengono ammassate e trattate come animali. Ma noi non possiamo permettere questo, non possiamo fare queste figuracce agli occhi del mondo. Assicurare un piatto di minestra, un alloggio pur temporaneo, la possibilità di fare la doccia e di fare i bisogni in un bagno invece che in giro sul territorio, è il minimo che possiamo e dobbiamo fare. Sennò, poi, non si può neanche andare a invocare l’aiuto dell’Europa. E dico così, perché abbiamo i mezzi per farlo. Le nostre strutture sono tutte aviotrasportabili». Da Sondrio, però, nulla si può fare senza che vi sia l’imput regionale. «Noi interveniamo se chiamati dalla direzione regionale. Dalla Regione Sicilia o dal Dipartimento di Protezione civile nazionale deve arrivare alla sede di Milano la richiesta di intervento , ma temo vi sia una disorganizzazione di fondo nella gestione del problema…».
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