Cronaca / Tirano e Alta valle
Domenica 24 Maggio 2015
Traforo dello Stelvio: «Facciamo pressing
per ridurre i tempi»
Il Rotary di Bormio se ne occupa da anni - Brianzoni: «L’esempio da seguire è il tunnel Vereina - Non c’è alcun altro modo possibile per intervenire».
«Non è questione di dire che il traforo dello Stelvio è meglio del tunnel del Mortirolo, sarebbe meglio averli entrambi e pure la Mesolcina, a ben vedere, si tratta semplicemente di sfruttare le opportunità quando si presentano. E di farlo al meglio», che significa anche fare pressioni per ottenere una riduzione dei tempi fin qui preventivati, «perché ci sono tutte le condizioni per farlo».
A parlare, all’indomani dell’ufficializzazione del protocollo d’intesa tra Regione Lombardia e provincia autonoma di Bolzano per l’avvio dell’iter di studio prima e di progettualità (eventualmente) dopo, è Pino Brianzoni, già presidente del Rotary Club di Bormio, che da anni si occupa del collegamento tra i tre versanti della montagna e che ha ideato anche la comunità Facebook “Un trenino per lo Stelvio”.
Un nome quello della pagina creata sul più noto social network che tradisce le intenzioni. «Non si può pensare ad altro che ad un treno navetta per auto sul modello della Vereina svizzera - sostiene Brianzoni -. Una linea di superficie sarebbe infattibile perché osteggiata dagli ambientalisti della provincia di Bolzano e dagli stessi svizzeri visto che dovrebbe sbucare a Santa Maria». D’altro canto, ricorda sempre l’esponente rotariano, se gli alto atesini si sono convinti della bontà del traforo - la prima apertura è arrivata al convegno organizzato dal Rotary due anni fa, concretizzata poi lo scorso anno - è perché essendoci il Parco nazionale dello Stelvio hanno valutato meno impattante passare sotto che dover salire in quota.
Sarà lo studio di fattibilità, i cui risultati dovranno arrivare entro un anno, a stabilire oltre alla sostenibilità economica dell’opera, le specifiche tecniche che poi, se sarà valutato di dover procedere, saranno approfondite nella progettazione.
«Ma da oggi all’avvio degli eventuali lavori - sottolinea ancora Brianzoni - si parla di cinque anni: decisamente troppo. Credo che sia importante trattare per accorciare i tempi. Ci sono le condizioni per farlo, a partire dal fatto che esistono aziende, come la A2a, che conoscono perfettamente quella montagna e che quindi possono fornire un valido contributo in termini di dati. In questo momento, nonostante l’ufficializzazione del protocollo d’intesa, non siamo da nessuna parte. Si tratta di un percorso tutto da costruire e bisogna farlo con attenzione».
E attenzione significa anche disinnescare le possibile polemiche locali, l’antagonismo tra i sostenitori del traforo dello Stelvio e quello del Mortirolo.
«Qui non si tratta di mettere in competizione i progetti - sottolinea Brianzoni -: entrambi sono importanti perché rispondono ad esigenze diverse. Anzi, a ben guardare sarebbe importante anche la Mesolcina. Ma per quanto riguarda Mortirolo e Stelvio, il primo risponde principalmente alle esigenze di esportare merci, mentre l’unione dei tre versanti del secondo - in prospettiva il senso di rendere più agevole il collegamento tra Tirano e Merano - ha lo scopo di importare turismo. E il comparto del turismo, più che l’industria, è la chiave per lo sviluppo futuro della Valle».
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