Cronaca / Tirano e Alta valle
Sabato 20 Dicembre 2014
Teleriscaldamento: cinque assoluzioni
«Nessun rilievo penale negli aumenti»
I sindaci di Tirano e Sondalo tirano un sospiro di sollievo. Esultano alla Tccvv
Gli imputati erano accusati di abuso d’ufficio e di truffa aggravata ai cittadini.
Assolti “perchè il fatto non sussiste”, articolo 530 comma uno, quindi perché manca oggettivamente il reato. Questa la formula pronunciata dal Tribunale di Sondrio ieri mattina al termine del processo per la vicenda giudiziaria legata al teleriscaldamento di Tirano. Un processo iniziato nel settembre di un anno fa ma che si trascina - in termini di indagini - da diversi anni.
Cinque gli imputati che da ieri possono tirare un sospiro di sollievo: gli allora sindaci di Tirano Pietro Del Simone e di Sondalo Valentino Togni e il suo successore - tuttora in carica - Luigi Grassi, accusati di abuso di ufficio. Alla sbarra, con loro, i vertici della società Tccvv Walter Ottorino Righini e Giuseppe Tomassetti, rispettivamente amministratore delegato e presidente del cda che invece dovevano rispondere di truffa aggravata.
Per l’accusa sostenuta in aula dal pm Stefano Latorre - che ha chiesto un anno di condanna per i sindaci e 8 mesi per gli amministratori - i tre primi cittadini avrebbero dovuto astenersi dal deliberare su quegli aumenti perché portatori di interessi personali in quanto detenevano quote della società Tccvv.
In realtà il dibattimento - presieduto dai giudci Pietro Della Pona, Antonio De Rosa e Barbara Della Nave - ha ampiamente dimostrato che l’attuale sindaco di Sondalo Grassi non ha mai posseduto né direttamente, né attraverso parenti stretti, azioni della società, mentre per gli altri due sindaci (che le quote le hanno acquistate “per dare il buon esempio ai loro concittadini”) è risultato chiaro che non possono aver agito per procurarsi un profitto personale in quanto loro stessi - proprio perché detentori di azioni - si sarebbero ritrovati a pagare gli aumenti stabiliti con le loro delibere. Aumenti che avrebbero mandato in fumo gli eventuali dividendi ottenuti con la ripartizione degli utili.
«Così come a suo tempo avevamo già detto, sia il sottoscritto sia il presidente Tomassetti - è il commento di Righini - abbiamo aspettato serenamente la sentenza convinti del fatto che i giudici non avrebbero avuto difficoltà nel constatare la nostra totale estraneità ai fatti e la nostra perfetta buona fede. L’assoluzione con formula piena ci lascia completamente soddisfatti. Peraltro il Comitato utenti nel suo esposto aveva ipotizzato a nostro carico reati ben più gravi che però sono caduti tutti uno dopo l’altro»
© RIPRODUZIONE RISERVATA