Cronaca / Valchiavenna
Martedì 24 Dicembre 2013
Tares salata a Prata
«Una scelta dovuta»
Le imprese locali lamentano costi esorbitanti - Il sindaco: «Ma prima pagavano troppo poco» - Ecco il confronto con gli altri centri della Valle
Tares troppo alta per negozi e attività produttive in genere. Sono arrivate le cartelle esattoriali riguardanti la seconda rata della nuova tassa sui rifiuti per i contribuenti di Prata Camportaccio e chi ha una attività si è accorto di pagare molto.
Molto più dello scorso anno ma anche molto più di quanto avrebbe pagato se avesse avuto l’esercizio commerciale o l’attività imprenditoriale in qualche comune limitrofo.
L’occasione per fare un confronto tra le diverse situazioni in verificatesi in Valle, con l’avvertenza che comunque le condizioni di partenza non sono le stesse per tutti. Non lo sono perché diversi sono i servizi che vengono offerti, diversa è la percentuale di differenziazione e, di conseguenza diverso è anche il piano finanziario da coprire al 100% con la tassa a carico dei contribuenti.
La scelta di fondo che viene contestata all’amministrazione guidata dal sindaco Maria Laura Bronda è la suddivisione del totale da coprire tra utenze domestiche e non domestiche. Qui Prata Camportaccio ha scelto di far pagare alle utenze domestiche il 55% del totale e a quelle non domestiche il 45%. Molto diversa, ad esempio, la scelta del comune di Gordona. La giunta del sindaco Mario Biavaschi ha deciso di caricare il 70% dell’onere totale sulle utenze domestiche e il 30% su quelle non domestiche. Più tassa sulle abitazioni, sintetizzando molto, e meno sulle imprese. Se si considera poi la diversità del piano finanziario, Gordona ha un totale da coprire di 170mila euro mentre Prata Camportaccio tocca quota 340mila euro ci si accorge come avere la stessa attività nei due comuni limitrofi comporti un costo decisamente diverso.
Due comuni non possono essere presi in considerazione in questa comparazione. Verceia e Madesimo, seppur con strumenti diversi, hanno fatto delle scelte non in linea con gli altri comuni. A Verceia si è riusciti a mantenere intatta la vecchia Tarsu, mentre Madesimo è riuscita a introdurre una serie di forti riduzioni proprio a favore delle imprese. Altrove, però, la comparazione è possibile. Interessante il dettaglio della comparazione tra Prata Camportaccio e Piuro. Nella categoria ortofrutta, pescheria, fiori e piante le differenze, ad esempio, sono sensibili. A Piuro la quota fissa è 4,9 euro e quella variabile 3,1. A Prata Camportaccio. 7,26 e 26,2. Un bar a Piuro vale 2,9 di quota fissa e 1,8 di quota variabile. A Prata Camportaccio 4,5 e 15,7.
«Purtroppo – commenta il sindaco Maria Laura Bronda – quest’anno abbiamo l’obbligo di coprire il 100% del costo totale. Sicuramente i contribuenti pagano di più rispetto a prima, ma va considerato che prima pagavano troppo poco. Tutti gli esercenti che sono venuti in comune hanno, comunque, avuto modo di analizzare la propria posizione e per chi era possibile la cartella, magari basata su dichiarazioni vecchie, è stata rivista. La scelta di fondo è stata quella del 45% ed è una scelta in linea con la media nazionale. Altri hanno fatto scelte diverse, ma va tenuto in considerazione che hanno strutture produttive non assimilabili a quelle di Prata. Dove influisce anche molto la conformazione del territorio».
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