Cronaca / Tirano e Alta valle
Giovedì 31 Luglio 2014
«Tante critiche,
ma nessuna proposta»
Il soprintendente Alberto Artioli replica al dibattito sugli orari di apertura di Palazzo Besta - «La gestione si può migliorare, ma già ora tanto impegno e investimenti per questo edificio»
«Nessuno vuole negare che la gestione del museo possa essere migliorata, in primo luogo con riguardo agli orari d’apertura, ma al momento, a parte pubbliche dichiarazioni e titoli sui quotidiani, nessuna proposta concreta di confronto e collaborazione è mai stata formalizzata dalle istituzioni locali». Così si esprime il soprintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Milano, Alberto Artioli, nel replicare al dibattito apertosi sugli orari di apertura di palazzo Besta definiti «cervellotici» dallo scrittore, Ernesto Ferrero, e contestati da tempo da Teglio e da un anno dal sindaco, Elio Moretti.
La soprintendenza, dal canto suo, tiene a precisare che palazzo Besta è aperto 6 giorni alla settimana per 52 settimane all’anno, festività comprese (tranne Capodanno, Natale e la Festa dei lavoratori). Relativamente al “come” è aperto, «al museo sono presenti solo due custodi, già impegnati al limite di quanto consentito dalla legislazione nazionale nelle aperture festive e nella rotazione dei turni giornalieri – spiega Artioli -. Una situazione quindi non ingessata da meri cavilli sindacali, ma i cui margini di modifica sono realmente di difficile individuazione, tanto più se, come avvenuto negli scorsi mesi, si sommano a tale situazione pensionamenti e conseguenti avvicendamenti del personale. Quanto agli eventi culturali, la cui carenza è lamentata da Ernesto Ferrero, è veramente difficile comprendere la critica, visto il ruolo prioritario (direttivo, scientifico ed economico) svolto dalla Soprintendenza nella promozione della conoscenza dei cicli affrescati dell’Orlando Furioso in Valtellina ben prima del 500° anniversario della pubblicazione dell’opera».
Inoltre, a partire dal 2012, la Soprintendenza è stata impegnata in convegni e mostre a Teglio inerenti la fotografia storica di architettura. Ogni anno cede in uso il palazzo per manifestazioni culturali organizzate da altri enti «a costi nulli o minimi» (sottolineano). A partire dal 2008 ampio coinvolgimento è stato dato alle scuole con il progetto di adozione del museo da parte dell’Istituto Comprensivo di Teglio.
Artioli, in particolare, focalizza l’attenzione sulla tutela e la conservazione dell’edificio, che necessita di continui investimenti in lavori di ordinaria e straordinaria manutenzione, come – per citarne alcuni - la messa a norma impiantistica di tutto l’edificio, il consolidamento dei solai, la revisione delle coperture, il rifacimento del blocco bagni a piano terra, nonché la messa in opera di sistemi di monitoraggio continuativi. «Impegni questi che forse non destano l’attenzione dei media – prosegue -, ma richiedono tuttavia un impegno quotidiano e costante, svolto dal personale con capacità tecnico-scientifiche e senso di responsabilità. Eppure sulle pagine dei giornali viene dato risalto prevalentemente alle critiche, peraltro prive di componenti costruttive. Pensare che innalzare il costo del biglietto d’entrata al museo (che dall’inizio di luglio devono sostenere anche gli ultra 65cinquenni, sulla base della recentissima riforma del ministro Franceschini) serva a coprire gli stipendi del personale di custodia, significa non sapere che tali importi non restano nella disponibilità immediata dei musei, né che gli stessi sarebbero insufficienti anche solo per coprire il costo delle bollette o del servizio di pulizia o del giardiniere». Artioli esprime dispiacere del fatto che si disconosca il lavoro svolto in questi anni per la tutela e la valorizzazione di questo prezioso museo statale, che rappresenta un valore per tutta la comunità valtellinese.
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