Cronaca / Valchiavenna
Martedì 17 Dicembre 2013
Sviluppo sostenibile
Un progetto pilota
La Comunità montana della Valchiavenna punta ai fondi europei per innovazione, politiche energetiche, formazione beni naturali, insediamento di imprese, servizi
Valchiavenna area pilota dell’arco alpino per progetti di sviluppo sostenibile, legati al turismo ma non solo? Strada difficile, ma tutti tentativi saranno fatti per portare a casa fondi europei. Fondi che potrebbero essere decisamente ingenti.
Si parla, infatti, di una cifra vicina ai 50 milioni di euro di investimenti. Potenziale, perché poi ottenerla sarebbe comunque tutt’altro paio di maniche. Anche perché l’intero programma “Europa per i cittadini” prevede stanziamenti per circa 185 milioni di euro. La Comunità Montana della Valchiavenna sta cercando di seguire la questione.
Nei mesi scorsi tutti i comuni del comprensorio sono stati contattati dal direttivo guidato da Severino De Stefani affinché presentassero progetti di sviluppo locale da mettere poi in un progetto collettivo. La programmazione dei fondi strutturali europei 2014-2020 dovrebbe avere un occhio di riguardo per la montagna, almeno questo sembra essere l’orientamento a livello europeo. Un orientamento ribadito anche tutte le volte che si è parlato a Chiavenna di adesione, poi fatta, alla Convenzione delle Alpi sottoscritta anche a livello governativo.
Questo è l’obiettivo sul quale da tempo ha puntato anche l’Uncem, associazione che riunisce i piccoli comuni montani, che in estate ha tenuto incontri sulle linee guida per l’uso dei fondi comunitari, con particolare riferimento al tema delle aree interne. Innovazione, politiche energetiche, beni naturali, insediamento di imprese, formazione, servizi alla collettività sono i campi d’azione sui quali è possibile presentare progetti per accedere a praticamente tutti i fondi disponibili.
La condizione è quella di fare rete e non presentarsi in ordine sparso e presentare progetti che abbiano una certa organicità. Una partita che per la Valchiavenna sta seguendo direttamente l’assessore Luca Della Bitta, sindaco di Verceia recentemente nominato anche vicecoordinatore nazionale dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani. Un interessamento partito ad aprile di quest’anno con la partecipazione ad un convegno a Palermo a cui parteciparono anche gli, allora, ministri Passera e Barca. La strada potrebbe essere quella di sfruttare l’assoluta peculiarità della valle del Mera all’interno dell’arco alpino, sia dal punto di vista storico e geografico sia per il lavoro fatto negli ultimi trent’anni per lo sviluppo di forme di gestione associata dei servizi particolarmente avanzata.
Il progetto pilota
L’ente comprensoriale ha affidato al gruppo Il Poliedro, che ha già curato in passato la stesura dei programmi di cooperazione transfrontaliera Interreg che hanno visto come ente capofila la Cm valchiavennasca, la stesura di un progetto pilota riguardante sia i nuovi bandi Interreg sia, appunto, i Fondi Strutturali europei. Cosa produrrà Il Poliedro ancora non è dato sapere. L’elemento negativo rispetto alle prospettive valchiavennasche è stato il fallimento del progetto di comune unico di valle, che sicuramente avrebbe dato maggiori possibilità al comprensorio, vista la rinuncia di sette amministrazioni su 13 che ha poi portato al referendum sulla fusione dei rimanenti cinque. Anch’esso finito non nel migliore dei modi per i proponenti.
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