Cronaca / Sondrio e cintura
Martedì 25 Giugno 2013
Superstrada 36 riaperta
«Non molliamo la presa»
De Campo, degli autotrasportatori provinciali, invita a non abbassare troppo la guardia
«Il peggio è superato, ma le opere vanno fatte»
«Siamo tornati ad una quotidianità zoppa e che sarà zoppa a lungo con l’imbuto nella mono-corsia sulla statale 36 e file soprattutto il venerdì per quanto ci riguarda, oltre che nei weekend».
A dieci giorni dalla riapertura parziale della galleria del monte Piazzo, seppure con una sola canna, Matteo De Campo, presidente della Federazione autotrasportatori italiani-Conftrasporto della provincia di Sondrio, attiva all’interno dell’Unione commercio, commenta con queste parole il ritorno alla normalità della viabilità valtellinese dopo l’emergenza di oltre un mese con parte della superstrada 36 chiusa.
Una normalità che mantiene l’amaro in bocca, però, visto che si tratta di una «quotidianità scadente» come la definisce De Campo che lancia un monito: «Quanto accaduto non ci deve far dimenticare che siamo forse l’unica provincia senza un’autostrada e che ci sono 90 chilometri di statale fra Bormio e Colico a collegare la valle, senza altra viabilità più veloce e aggiornata ai tempi».
Le difficoltà in questo periodo non sono mancate al settore dell’autotrasporto che sta tracciando un bilancio dei danni subiti e delle ripercussioni economiche. «Fornire dei numeri non è facile ad ora -, ma sicuramente dal feedback che abbiamo le merci che dovevano essere consegnate sono arrivate a destinazione, non ci sono stati casi – a meno che noi sappiamo – di mancata consegna del prodotto. Però c’è un monte ore di lavoro, a parità di viaggio, molto più elevato e questo aspetto abbiamo intenzione di analizzare. Inoltre stiamo raccogliendo diverse segnalazioni riguardanti piccoli incidenti, come fianchetti rigati o specchietti rotti, che ci sono stati lungo il percorso quando i camion si incontravano e si toccavano. Sono le voci consistenti che dobbiamo mettere sul tavolo».
Ora i riflettori sono puntati sul futuro.
«Spero che la situazione venutasi a creare sia da stimolo per fare qualcosa - prosegue De Campo -. Abbiamo evitato il peggio, ci sarebbero potuti essere incidenti ben più gravi che ci avrebbero penalizzato, ma che non si sono verificati un po’ per la bravura dei nostri autotrasportatori, un po’ per il presidio delle forze di polizia, un po’ per fortuna. Siccome sbagliare è umano, perseverare è diabolico, prendiamo atto di quanto accaduto e cerchiamo di migliorare. Non vorrei che ora si pensasse “ormai è passata” e che si accantonassero sia le varianti su Dervio e Piona che hanno proposto la Provincia e il Comune, sia il progetto del traforo del Mortirolo. I riflettori - aggiunge il presidente della Fai provinciale - devono rimanere puntati sulla nostra viabilità, mentre spesso c’è la tendenza, a crisi superata, ad abbandonare tutto».
A gran voce anche la politica chiede il completamento degli svincoli di Dervio e Piona per fornire una veloce e sicura alternativa in caso di eventuali future chiusure, vista la connatura instabilità geomorfologica, del tratto di super.
Opere con le quali si realizzerebbe un bypass di 7 chilometri per collegare Piona e Dervio, evitando le difficoltà viabilistiche esistenti sulla strada provinciale 72.
© RIPRODUZIONE RISERVATA