Cronaca / Circondario
Martedì 13 Maggio 2014
Storia di Alfredo
«Io, povero esodato»
Calolziese, 62 anni, senza lavoro e senza pensione: «Un incubo, non voglio pesare su mio figlio»
«Chiedo solo di poter lavorare per arrivare alla pensione senza pesare sui miei familiari: la riforma Fornero mi ha lasciato senza lavoro e senza pensione».
La vicenda di Alfredo Fumagalli, calolziese di 62 anni, è analoga a quelle di decine di migliaia di lavoratori che sono stati letteralmente sgambettati dall’ex ministro tecnico Elsa Fornero, chiamata nell’esecutivo Monti a mettere mano al sistema pensionistico e capace di far correre a tantissimi lavoratori il rischio di finire su una strada. Lui, Alfredo, che dopo aver lavorato per dodici anni all’azienda “Gnecchi” di Olginate, che si occupa di lavorazione a filo, nel 2011 ha accettato di andare incontro alle esigenze del suo ex datore di lavoro, che a fronte di un calo consistente della produzione legata alla crisi si è trovato a fronteggiare alcuni esuberi, sei per la precisione.
Racconta, Fumagalli: «Nel 2011, vista la crisi che aveva colpito anche la “Gnecchi”, ho accettato l’accordo che prevedeva un anno di cassa in deroga e due anni di mobilità. Di fatto, questo è l’ultimo in cui avrò un minimo di reddito, poi, per il periodo successivo, dovrò arrangiarmi fino al raggiungimento dell’età della pensione. Si parla di tre anni nei quali non so come farò ad arrivare a fine mese».
Già ora, infatti, i risparmi accantonati durante la sua vita lavorativa si stanno progressivamente riducendo. «Con la mobilità percepisco circa 500 euro al mese. E’ evidente che non siano sufficienti a coprire tutte le spese ed è inevitabile fare ricorso a quanto si è risparmiato per tutta una vita. A fine anno, però, verrà meno anche questa entrata».
I tre anni successivi si prospettano dunque un autentico incubo per Alfredo Fumagalli, che in questi anni ha cercato un altro lavoro, senza fortuna. Anche perché non vuole assolutamente pesare sui familiari e in particolare sul figlio, che vive con lui. «Non voglio dipendere e nemmeno essere un peso per nessuno. Me la sono sempre cavata da solo e voglio continuare così. Ma quei tre anni di vuoto mi fanno paura. Già ora mi dà fastidio essere in giro senza aver nulla da fare. È brutto, mi sento inutile».
L’appello, dunque, è chiaro: Alfredo Fumagalli chiede solo di potere lavorare e spera che qualcuno lo possa aiutare.
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