Cronaca / Oggiono e Brianza
Sabato 12 Luglio 2014
Stefano, bulciaghese
che vive in Australia
Bona: «Devi ingoiare bocconi, tanti e amari, ma l’ambiente è stimolante. Però hanno la puzza sotto al naso e ti fanno pesare l’accento diverso»
Panorami mozzafiato, natura incontaminata a venti minuti dal centro, mare a portata di mano e l’outback alla spalle, dove perdersi in un’infinità di spazio senza nessuno.
Così la sua Australia: Stefano Bona, 38 anni, ci vive da cinque ed è tornato per raccontarla «In Australia appunto, la meritocrazia è una certezza - racconta Stefano - Se vali e perseveri, riesci; devi ingoiare bocconi, tanti e amari, ma l’ambiente è stimolante. Mandavo curriculum su curriculum, sostenevo colloqui su colloqui: dobbiamo dirlo? Sì, hanno la puzza sotto il naso; sei straniero e ti contestano persino l’accento. Ma il giorno stesso che ho firmato il contratto in università, mi hanno offerto un’assunzione a tempo indeterminato anche da un’altra parte: le opportunità ci sono. Ho scelto la vita da precario, rinnovato di semestre in semestre in università, perché mi piace: non sono andato in Australia per scappare dall’Italia, ma per vivere in modo diverso. Non so cosa farei qui se dovessi tornare, ma dico anche che ho visto italiani scappare da là a gambe levate».
E le difficoltà? «Quelle principali, spesso insormontabili, sono i visti. Altre cose non funzionano: per prima, la scuola che nulla ha da spartire con la nostra; tutti sono promossi benché non studino. L’ambiente, la vivibilità, persino lo sport (che si pratica tanto, prima del lavoro, poi si va in ufficio a fare la doccia) sono alcuni dei punti di forza». Stefano Bona, laureato in Italia in Scienze politiche con specializzazione in cultura cinese, è stato appunto dapprima in Cina, dove s’è sposato. «Là avevo una carriera; seguire mia moglie in un master ad Adelaide è stato il vero salto nel vuoto. In Australia non avevo gli appoggi della Cina e le referenze che ti porti dall’Italia non contano niente».
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