Cronaca / Sondrio e cintura
Lunedì 09 Settembre 2013
Stangata sui libri: mai rispettati
i tetti sui rincari dei testi
Un pacchetto di testi nuovi va dai 270 ai 350 euro
L’aumento dei prezzi in un anno è arrivato al 10%
Settembre, si torna a scuola. E con i ragazzi di nuovo sui banchi , dopodomani,mercoledì, 11, torna anche – per le famiglie – l’annuale appuntamento con l’acquisto dei libri di testo: non esattamente una lieta ricorrenza, per le tasche dei genitori, resa ancora più amara, dato che in più di un istituto su cinque, nelle grandi città, si sfondi regolarmente il tetto di spesa imposto dal ministero dell’Istruzione al costo dei libri. Addirittura il 50%, contando anche quelli che sforano rimanendo però entro i limiti di tolleranza: e la Valtellina non fa eccezione.
Molte, in provincia di Sondrio, le scuole che rispettano i parametri; non poche, però, anche quelle che li infrangono (proprio nell’anno in cui la titolare dell’Istruzione Carrozza tiene invariati i parametri, solitamente ritoccati all’insù ogni dodici mesi), pur mantenendosi nella maggior parte dei casi entro il 10% di tolleranza ammesso dal ministero.
L’avviso del ministro
Che, stando a quanto rivelato dal sito Skuola.net, non sembra in ogni caso dannarsi l’anima nel sanzionare i più esosi: doppio sintomo di disimpegno da parte di un dicastero che, con il – discutibile – escamotage del “tetto di spesa”, scarica di fatto sui docenti la responsabilità di ridurre le spese che le famiglie dovranno sostenere (imponendo un criterio monetario e non qualitativo o pedagogico alla base della loro scelta), per poi guardarsi dal far rispettare limiti che frenerebbero l’espansione di un mercato già di per sé in sofferenza.
Così, gita d’inizio anno sempre più costosa, per i genitori, nelle librerie: in Valtellina un pacchetto completo di libri in adozione può costare, per uno studente del primo anno di scuola media, tra i 270 e i 300 euro, mentre per quanto riguarda le superiori in testa alla classifica rimangono, fisiologicamente, i licei, dove la prima Scientifico arriva a costare 350 euro, qualcosa di più per la IV Ginnasio (al netto dei dizionari).
Quasi sempre sforati, in entrambi i casi, i “tetti” ministeriali fissati rispettivamente a 320 e 335 euro: mai però oltre la soglia del +10%. E se tra gli istituti tecnici la tendenza a rimanere entro il tracciato si fa più frequente (bene l’Itis “Mattei” di Sondrio, con 312 euro in prima, a fronte dei 320 consentiti), i virtuosi sono la maggioranza nel campo dei professionali, che richiedono spese talvolta anche di poco superiori ai 150 euro (a Sondrio spicca il “Fossati”, con 158 euro per la prima), più spesso attestati attorno ai 200, ma con soglie ministeriali che permettono loro di arrivare a segnare dai 244 euro in su.
E allora rimane alta la richiesta dell’usato che garantisce un risparmio del 50% (ma spesso anche di più) del prezzo di copertina: un classico nelle trattative tra privati ma anche in libreria. Ancora più significativa, però, la moltiplicazione dei nuovi canali di acquisto, sempre più diffusi negli ultimi anni: dalle librerie on-line alle compravendite digitali, al fenomeno ancora non diffuso in Valtellina della distribuzione dei libri di testo presso i grandi supermercati.
I libri digitali
Canali, questi, in grado di limare un poco i prezzi di copertina, grazie alla maggiore possibilità da parte di megastore reali o digitali di applicare sconti significativi ai testi nuovi: attrattiva non da poco, per le tasche dei genitori, ma spesso pagata al prezzo della compressione del mercato di una piccola distribuzione sempre più schiacciata dal peso dei grandi concorrenti, con tutto ciò che questo comporta in termini di perdita nella qualità e nella consapevolezza del servizio. Ma, nel momento in cui le politiche su istruzione e editoria vedono lo Stato ritrarsi, di fatto, dalle proprie responsabilità – nei prossimi giorni forse il decreto che dovrebbe garantire alle Regioni i fondi per il diritto allo studio, si parla di 69 milioni in tutto: non molto in realtà –, uniche sirene rimaste per le orecchie di genitori e studenti trattati sempre più come comuni consumatori.
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