Cronaca / Valchiavenna
Sabato 24 Agosto 2013
Stangata del redditometro
Un calvario per i frontalieri
Interrogazione parlamentare del senatore Crosio
«Lavoratori penalizzati dagli accertamenti fiscali
se le spese oltre confine superano il tetto del 20%»
Quando si parla di frontalieri, da Roma ci si può aspettare di tutto. E adesso con l’introduzione del redditometro cresce la preoccupazione per le possibili conseguenze sui lavoratori valtellinesi e valchiavennaschi attivi oltre il confine.
Lo sottolinea il senatore Jonny Crosio nell’annunciare l’iniziativa intrapresa dalla Lega Nord: è pronta un’interrogazione per chiedere chiarimenti al ministro dell’Economia e delle Finanze Fabrizio Saccomanni.
«Il Governo scrive le leggi e introduce i provvedimenti, ma si dimentica sempre della situazione anomala dei frontalieri che pagano le tasse in Svizzera e rimpinguano le casse dello Stato italiano attraverso i trasferimenti» sottolinea Crosio .
I nuovi accertamenti
E poi rincara: «Non vorremmo che l’applicazione del nuovo redditometro, che disporrà accertamenti qualora le spese dei contribuenti superassero del 20% le entrate, penalizzi lavoratori onesti per il solo fatto che i loro salari spesso vengono accreditati direttamente su conti svizzeri, e non risultano quindi in Italia».
Lo scenario, secondo il parlamentare di Dubino, è chiaro. Visto che i frontalieri ricevono il salario nella Confederazione, ci potrebbero essere delle apparenti discrepanze con i consumi – ad esempio l’acquisto di un’abitazione o di un’auto – in Italia.
«Il rischio, neppure troppo remoto – evidenzia il senatore valtellinese – è che i frontalieri incorrano in questi accertamenti per il semplice motivo che i loro salari rimangono sui conti delle banche svizzere, una situazione anomala, ma assolutamente regolare che riguarda lavoratori che pagano regolarmente le tasse. Vogliamo sapere se il Ministero abbia previsto il loro caso e come intenda procedere».
Meglio prevenire, insomma, che curare. Si tratta, sempre secondo Crosio, di una nuova questione, fra le tante aperte, che potrebbe penalizzare i frontalieri o quantomeno creare loro dei problemi qualora non fosse gestita nel migliore dei modi. Se di fronte alla politica i frontalieri sono una categoria praticamente sconosciuta, altre istituzioni - ad esempio l’Inps - si ricordano di coloro che salgono all’alba in Svizzera solo quando ci sono risorse da raccogliere. Negli ultimi anni ci sono stati casi eclatanti e confusi. Basti ricordare il sequestro delle auto – non si parla solo di berline lussuose, ma anche di vecchie utilitarie – di italiani al lavoro nei Grigioni e in altri Cantoni, oppure i mille dubbi sulle dichiarazioni dei redditi che ogni anno mettono in difficoltà i centri di assistenza fiscale e i diretti interessati.
Il fondo frontalieri
«La Lega Nord, che da anni si batte in Parlamento per chiedere che i 270 milioni di euro dello speciale fondo per i frontalieri, da loro stessi accumulati, ma che giace nelle casse dell’Inps, non venga scippato, ha sollevato la questione del redditometro affinché questi lavoratori, che già subiscono i disagi derivanti dal lavoro oltre la frontiera di Gandria, Castasegna o Piattamala, non siano ulteriormente penalizzati». n
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