Cronaca / Sondrio e cintura
Venerdì 10 Aprile 2015
Sondrio, il presidente del Tribunale: «Da 5 anni chiedo un metal detector»
La richiesta, ancorché reiterata, è sempre rimasta lettera morta. Forse, adesso, dopo questo triste episodio milanese, ce lo faranno avere...».
«È da cinque anni almeno che chiediamo l’installazione di un metal detector all’ingresso del Palazzo di Giustizia di Sondrio, ma niente. La richiesta, ancorché reiterata, è sempre rimasta lettera morta. Forse, adesso, dopo questo triste episodio milanese, ce lo faranno avere...».
A parlare è Gianfranco D’Aietti, presidente del Tribunale di Sondrio, da noi interpellato per comprendere lo stato d’animo di chi opera dentro il Palazzo di Giustizia di Sondrio e il grado di sicurezza loro assicurato e assicurato a tutti i cittadini che lo frequentano.
«Io sono qui, a Sondrio, dal 2008, ma, in precedenza, ho lavorato a Milano, per nove anni, e, poi, a Monza – dice D’Aietti – e, ovunque, ho sempre constatato la presenza di metal detector agli ingressi dei Palazzi di Giustizia. Il che mi sembra anche il minimo. Poi, si può anche obiettare che, a Milano, i metal detector ci sono, ovunque, eppure è successo quel che è successo. E posso anche aggiungere che la cosa mi fa trasalire fino a un certo punto, avendo constatato, di persona, come possa essere facile aggirare i controlli anche dentro una realtà così presidiata. Basti dire che noi magistrati avevamo un ingresso separato e dovevamo esibire il cartellino ogni volta. Io lo estraevo sempre, per correttezza, ma il più delle volte mi dicevano di passare e via. Può essere che l’addetto di turno, a furia di vederci passare, ci conoscesse, ma non è così automatico conoscere tutti in una realtà così grande. Per cui, va a finire che qualcuno può anche passare senza averne diritto».
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