Cronaca / Tirano e Alta valle
Lunedì 08 Giugno 2015
Sondrio autonoma: «Una realtà
da conquistare»
A Bormio tavola rotonda sull’autogoverno. Ospite Ugo Rossi, il presidente della Provincia di Trento. «Cammino lungo, serve la partecipazione popolare».
«La via dell’autonomia richiede attenzione giorno dopo giorno, è fatta anche di piccoli passi. Non siamo gelosi del nostro “tesoro”, seppur conquistato con fatica e mantenuto negli anni. L’autonomia non si crea solo con atti legislativi ma con la partecipazione: se c’è una battaglia da fare, facciamola assieme».
Così si è espresso Ugo Rossi, presidente della provincia autonoma di Trento, ospite d’onore alla serata su autonomie a confronto promossa dall’amministrazione comunale della Magnifica Terra e moderata dal primo cittadino Giuseppe Occhi. Rossi ha dapprima ripercorso la storia che ha portato il Trentino all’autonomia con l’Associazione studi autonomistici regionali che negli anni 1945 -46 contava circa 100mila aderenti, un quarto della popolazione: «Spesso si pensa che l’autonomia derivi da decisioni di capi di Stato – ha rilevato – ma non è così. Nel nostro caso è stata chiesta dalla popolazione e poi delineata in una serie di norme di attuazione».
Per Trento, dal 1973 ad oggi, sono state 146 mentre, per la Sicilia, solo 40. «C’è chi l’autonomia la porta avanti con costanza tutti i giorni, cercando di migliorarla, e chi no. Trento e Bolzano, per esempio, sono riuscite a conquistare anche la competenza sulle centrali idroelettriche».
Trento si occupa al 100% di stipendi degli statali, pensioni di invalidità, viabilità, incentivi alle imprese, sanità mentre, in Sicilia il 50%, è a carico dello Stato italiano e quindi di tutti i cittadini. «In un’epoca di centralismo – ha commentato Rossi – la sanità italiana, nel rapporto qualità/prezzo, è tra le migliori al mondo e, guarda caso, è la realtà più regionalizzata che abbiamo». E gli esempi che ha portato a Bormio sono stati molteplici come pure i dati snocciolati nel corso della serata: dalle spese per la viabilità che Trento copre per il 100% contro il 43,1% della Sicilia, a quelle per l’istruzione (99,5% Trento, 75% Sicilia, 63,5% Lombardia), all’esempio positivo sulla gestione della sanità, a quella differenza fra ricchezza prodotta e spesa pubblica sul territorio, cifra «che ha evidenziato come altre realtà, come per esempio la Lombardia – ha commentato Rossi – hanno tutte le carte in regola, sono anche più virtuose del Trentino».
Il presidente della provincia Luca Della Bitta ha ricordato come «otto mesi fa, all’atto del mio insediamento, c’era una prospettiva chiara di chiusura degli enti provincia. Da questa premessa triste e preoccupante siamo partiti per coltivare quello che è il sogno di questa terra: l’autonomia. È impensabile realizzare, nel breve periodo, un grado di autonomia come quello dei nostri amici trentini». Della Bitta ha ricordato le peculiarità riconosciute anche alle province di Belluno e Verbano – Cusio Ossola. Forse ora, per la prima volta, è notizia di oggi che sarà convocato il comitato dei tre, di queste tre province».
Della Bitta vorrebbe una provincia eletta dai cittadini ed ha rimarcato l’ottimo rapporto con la Regione che lo invita a partecipare a tutte le giunte nelle quali si discute di Sondrio. «Noi chiediamo ulteriori funzioni, tante competenze – ha concluso - ma anche le risorse necessarie per gestirle al meglio. Vogliamo che quello che viene raccolto nel territorio vi rimanga a beneficio dei suoi cittadini».
© RIPRODUZIONE RISERVATA