Cronaca / Tirano e Alta valle
Mercoledì 11 Marzo 2015
Solidarietà a Quadrio dagli ex campioni. Ma i furti di biciclette non si fermano
Paolo Rosola, grande velocista professionista: «Dopo tre colpi ho chiuso il negozio». Il titolare di Tovo: «Non c’è tregua, un commerciante del gruppo derubato due volte».
Solidarietà illustre nei confronti di Alberto Quadrio, il 46enne titolare del negozio di biciclette di Tovo Sant’Agata dove i ladri hanno fatto visita due volte nei mesi scorsi.
Dopo l’intervista a “Le Iene” andata in onda giovedì, nella rete si sono scatenati i post di solidarietà. Fra questi c’è anche quello dell’ex ciclista professionista prima su strada e poi in pista Paolo Rosola, amico di Quadrio, che rincuorando l’amico valtellinese ha raccontato le proprie disavventure con i ladri. «Dopo aver subito tre furti nel mio negozio di Bardolino per un totale di 100 mila euro di merce sottratta, mi sono arreso e ho deciso di chiudere», rivela il 58enne di Gussago, velocista degli anni Ottanta, oggi direttore sportivo di una squadra ciclistica.
Intanto, nonostante il servizio de “Le Iene” abbia dimostrato come le bici rubate in Italia vengano rivendute in Ucraina, i furti non si fermano. Dopo la messa in onda della trasmissione di Italia 1 un altro colpo è andato a segno in Trentino: «Hanno rubato nello stesso negozio giovedì notte e sono pure tornati la sera successiva: un furto di oltre 100 mila euro - rivela sconsolato Alberto Quadrio -. Anche questo commerciante fa parte del nostro gruppo chiuso sulla rete, costituito da commercianti di biciclette derubati nei loro negozi, nel quale confrontiamo le nostre esperienze. Ci stiamo confrontando per capire come siano entrati i ladri nel negozio trentino. Non c’è davvero tregua».
Il primo furto a Tovo venne compiuto nel mese di ottobre e furono portate via biciclette di marca per un totale di 70 mila euro. Una ventina di giorni dopo Quadrio ha scoperto le sue bici in vendita su in sito ucraino specializzato in biciclette. A dicembre la Iena Luigi Pelazza l’ha dapprima intervistato nel negozio si Tovo,
In seguito ha realizzato un reportage in Ucraina nel quale ha scoperto la refurtiva italiana dai ricettatori del posto. Pronta la denuncia del giornalista alla polizia ucraina, ma come hanno dimostrato le immagini, l’operato degli agenti non è stato efficace. Sulla rete il comportamento degli agenti di polizia è stato particolarmente stigmatizzato. Tutti hanno scoperto quanto sia facile aggirare i controlli doganali.
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