Cronaca / Sondrio e cintura
Lunedì 11 Agosto 2014
«Soccorsi nei boschi,
facciamoli pagare»
Dal Molin torna alla carica: «I consigli per chi va in montagna non bastano? Allora regole e sanzioni»
Sabato scorso ennesima imprudenza con interventi difficili e costosi: «Si deve fare come in Svizzera»
«Se i consigli non bastano, si passi alla fase due. Quella delle regole da rispettare e delle sanzioni che toccano il portafoglio».
Le dritte di Loris Dal Molin, sindacalista esperto di sicurezza, non sono state ascoltate dagli appassionati di funghi, come dimostrano i numerosi infortuni - in alcuni casi gravissimi e mortali - degli ultimi giorni. Ora, a due settimane dall’appello formulato per prevenire gli incidenti nei boschi, il funzionario della Cisl chiede di utilizzare lo stesso metodo che ha garantito risultati importanti in altri campi, ad esempio le strade con la patente a punti o i cantieri con norme severe ed efficaci nell’ambito della prevenzione.
«Evidentemente i consigli non vengono ascoltati e non possiamo continuare ad assistere a tutte queste tragedie - spiega -. Occorre uno sforzo degli enti locali, chiamati a preparare un regolamento di base con le attrezzature indispensabili (ad esempio vestiti e strumenti) e i comportamenti da seguire ed evitare per i cercatori di funghi. Un elenco di norme che tocchi il portafoglio degli avventurieri e di coloro che non vogliono mettere in campo atteggiamenti prudenti e responsabili».
Il senso è chiaro. Sei nel bosco con le scarpe da tennis, magari su un ripido pendio? Eccoti la multa. Giri in alta quota senza telefono? Beccati una bella sanzione. Per i controlli, si potrebbero attivare il Corpo forestale e altri soggetti, a cominciare dalle guardie ecologiche. Per avvisare i cittadini si potrebbero posizionare dei cartelli nei parcheggi e sulle strade di montagna. Sempre per toccare gli escursionisti sul portafoglio, Dal Molin chiede di valutare l’ipotesi di una compartecipazione ai costi dei soccorsi per i cercatori di funghi imprudenti.
Ma il problema non riguarda solo loro, giusto sabato scorso un escursionista tedesco si è avventurato in una gita in Valmasino nonostante il tempo avverso e, infortunatosi, ha dovuto chiedere aiuto, costringendo i soccorritori e una lunga e difficile uscita in alta quota. «Per moltissimi valtellinesi la Svizzera è un modello - aggiunge Dal Molin -. Ecco, nella Confederazione i soccorsi si pagano. Si potrebbe seguire quest’esempio, per fare cambiare idea alle persone che mettono a rischio la propria incolumità e quella di professionisti e volontari».
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