Cronaca / Sondrio e cintura
Domenica 25 Agosto 2013
Scuola, stipendi dei presidi
sopra i 60mila euro l’anno
Pubbliche tutte le retribuzioni dei dirigenti di tutta la provincia
Pesano anzianità e reggenze plurime - Ma c’è anche chi non lo indica
Il più “ricco” sfiora i 70mila euro l’anno. Il più “povero” supera di poco la soglia dei 40mila euro.
Una forbice di circa trentamila euro quella entro cui oscillano gli stipendi dei dirigenti scolastici di Valtellina e Valchiavenna. Cioé di quelli che ancora in tanti chiamano presidi oppure direttori didattici, ma che sono manager a tutti gli effetti.
Basta poco per scoprire quanto guadagnano i numeri uno che guidano le 39 istituzioni scolastiche del territorio: sono stati pubblicati dal ministero dell’Istruzione, nella sezione “Trasparenza” sul sito del Miur, dove con un clic diventano a disposizione di tutti, curriculum ed emolumenti compresi.
La ricerca è altrettanto semplice. Aperta la pagina, due le modalità: immettere il nome della scuola oppure direttamente quello del dirigente scolastico di turno. Ecco allora che si scopre che il “Paperon de Paperoni” del pianeta istruzione locale è Simon Pietro Picceni, dirigente del liceo scientifico Donegani, reggente al convitto Piazzi, all’istituto tecnico agrario e alla media Piazzi di via Bassi a Sondrio. Il suo compenso lordo annuo sfiora i 70mila euro: al centesimo 69.849,55 euro. Classe 1950, laureato in filosofia e pedagogia nel 1976, Picceni è ai vertici del convitto Piazzi e delle scuole che gravitano attorno dal settembre del 2007.
Stando ai dati pubblicati sul web, quella con lo stipendio più basso è invece Francesca Anna Fumagalli, preside dell’istituto comprensivo di Grosio e all’istituto d’istruzione superiore Pinchetti di Tirano, il cui compenso annuo lordo è 41.498.
Una classifica
Una classifica che però presenta dei “buchi”, perché va detto che non tutti i presidi sono stati diligenti e hanno svolto il loro compito. Sette sono quelli che non hanno ancora provveduto a pubblicare il proprio curriculum o, se l’hanno pubblicato, hanno tralasciato di rendere noto il loro stipendio: sono Maria Pia Mollura del circolo didattico di Morbegno, Maria Antonia Triaca, preside dell’istituto comprensivo Bertacchi e del Leonardo Da Vinci di Chiavenna, Angelo Passerini alla guida del comprensivo Garibaldi di Chiavenna, Maria Paola Salomoni dell’Istituto comprensivo di Delebio, Giuseppe Guanella che tiene le redini dell’alberghiero e professionale Caurga nella città del Mera: il suo curriculum c’è, ma non ha indicato il suo compenso, Antonino Costa ai vertici del Saraceno di Morbegno e Maria Grazia Carnazzola che invece conduce il Piazzi-Perpenti di Sondrio e i suoi quattro licei.
Alle spalle di Picceni, in seconda posizione si trova Nicolò Alquino, che è anche il più veterano del gruppo essendo nato il 5 novembre del 1946. Con una laurea in matematica, è stato dirigente all’Iti Mattei ad inizio anni ’80, poi è passato al Romegialli di Morbegno, prima di lasciare valle e andare in Sicilia a dirigere l’istituto comprensivo Bellini a Patti in provincia di Messina.
Il resto del podio
Sul terzo gradino del podio una donna, Ornella Forza, preside del comprensivo di Ardenno e reggente dell’istituto comprensivo di Novate Mezzola in Valchiavenna, che ha rivestito anche incarichi amministrativi essendo stata per un mandato – dal 1990 al 1995 – assessore alla Cultura, all’Istruzione e ai Servizi sociali nella giunta del Comune di Albosaggia.
In media i dirigenti di scuole superiori superano tutti la soglia dei 60mila euro, ma ci sono anche presidi di istituti comprensivi che la raggiungono, vuoi per anzianità oppure per doppio incarico essendo presidi part-time incaricati come reggenti della guida di due scuole. Ma rispetto ai professori, lo stipendio dei presidi è più alto, anche perché negli ultimi anni le strade di docenti e di dirigenti hanno imboccato direzioni diametralmente opposte e diverse, con i secondi che sono stati trasformati in manager impegnati e coinvolti in il valutazioni e retribuzioni di risultato a seconda del raggiungimento o meno degli obiettivi “di missione o di leadership” come si dice in gergo.
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