Cronaca / Morbegno e bassa valle
Martedì 10 Settembre 2013
Scuola senza fondi: decisivi
i soldi delle famiglie valtellinesi
Anche quest’anno gli istituti chiedono un aiuto - Ormai il contributo è arrivato fino a 100 euro
Non soltanto libri di testo e il materiale didattito o il corredo scolastico assortito (cartella, astuccio, diario, penne e molto altro): per alcune famiglie i costi legati al nuovo anno scolastico si “appesantiscono” di un’altra voce: i contributi economici che la scuola chiede alle famiglie degli studenti per far fronte ai tagli dei trasferimenti dello Stato agli istituti, ma aiuti indispensabili per far fronte a spese essenziali - dalla carta aglle fotocopie, per esempio - che altrimenti, da soli, non sarebbero in grado di sostenere.
In provincia di Sondrio sono soprattutto le scuole superiori a chiedere questo contributo e un esempio in tal senso è il liceo “Piazzi-Perpenti” (liceo classico, linguistico, psico-pedagogico e delle scienze umane).
«Quest’anno - ha spiegato la dirigente del “Piazzi-Perpenti” Maria Grazia Carnazzola - abbiamo chiesto un contributo di 100 euro già all’atto dell’iscrizione. Ovviamente sia il contributo sia il modo in cui questo verrà utilizzato è rendicontato nel dettaglio: i soldi versati dalle famiglie serviranno per l’assicurazione, il materiale di laboratorio, l’acquisto del libretto scolastico e dei contenuti che i vari docenti metteranno a disposizione sul cloud».
Anche all’Itis Mattei e al liceo Nervi sono stati richiesti contributi alle famiglie: «Chiediamo contributi - ha sottolineato il dirigente scolastico Mario Messina - da 30 anni, ma questa prassi è balzata agli onori della cronaca solo ultimamente. Abbiamo chiesto 100 euro, di cui comunque una trentina impiegati in spese vive per gli stessi alunni come l’assicurazione o il libretto scolastico. Si tratta di soldi indispensabili, visto che senza di essi non quadrano i conti per determinate attività come quelle di laboratorio». Non tutti, comunque, chiedono un contributo economico alle famiglie: sono due, solo per fare qualche esempio, gli istituti comprensivi della provincia di Sondrio che, per ragioni diverse, hanno deciso di non gravare ulteriormente sulle tasche dei genitori dei loro studenti.
«Sono contrario alla richiesta di contributi di questo tipo alle famiglie - sottolinea Angelo Passerini, dirigente dell’istituto comprensivo Garibaldi che si snoda da Campodolcino a Gordona - anche perché la scuola pubblica in quanto tale non deve chiedere contributi. Sono dirigente da 14 anni in questo istituto e mai ho chiesto soldi alle famiglie anche perché sono stato fortunato e ho sempre lavorato bene con i Comuni che hanno sempre sostenuto l’istituto».
Nessun esborso extra neanche per le famiglie degli alunni dell’istituto comprensivo “Paesi Retici”.
«Non ho mai chiesto contributi - ha sottolineato la dirigente scolastica Raffaella Giana - e mi attengo sempre in maniera molto stretta alla normativa, anche perché qualche mese fa, in provincia di Torino, c’è stata una sentenza relativa proprio alla richiesta di contributi da parte delle scuole alle famiglie. Nello scorso anno scolastico siamo riusciti a cavarcela con quello che avevamo a disposizione e speriamo che sia così anche quest’anno».
© RIPRODUZIONE RISERVATA