Cronaca / Morbegno e bassa valle
Sabato 13 Luglio 2013
Scuola, 14 istituti
restano senza presidi
Annullato dal Consiglio di Stato il concorso per la nomina dei dirigenti, si torna ancora ai doppi incarichi
Undici i docenti coinvolti in Valtellina - Oltre 400 i professori e 800 le sedi in Lombardia ancora vacanti
Una doccia fredda: il Consiglio di Stato conferma l’annullamento del concorso per dirigenti scolastici in Lombardia. Tutto da rifare.
A distanza di un anno dal ricorso del Tar sull’ormai evidente, visto l’epilogo, trasparenza delle buste contenenti le prove scritte, ora la nuova sentenza negativa. Una decisione depositata nel tardo pomeriggio di giovedì che mette fine alla kafkiana vicenda delle nomine in ruolo degli idonei del concorso. Pesanti le conseguenze. Innanzi tutto un’altra commissione dovrà ricorreggere gli elaborati, ma per forza di cose l’Ufficio scolastico regionale non potrà procedere alla nomina in ruolo di chi il concorso l’aveva superato a pieni voti. Tra questi anche 11 insegnanti valtellinesi. Sono Enrico Piasini, Antonino Costa, Angelo Grassi, Daniela Russo, Gianmaria Toffi, Raimondo Antonazzo, Catia Baroncini, Massimo Minnai, Elena Panizza, Salvatore La Vecchia e Bruno Speckenhauser che, se la situazione dovesse rimanere quella attuale - quadro riferito all’anno scolastico che si è appena concluso -, avrebbero potuto andare a coprire tutte le sedi vacanti oggi guidate da 14 presidi part-time.
Troppa delusione
«Nessuno si aspettava questa sentenza che sostanzialmente conferma quanto detto dal Tar lo scorso 18 luglio 2012» interviene Piasini, originario di Poggiridenti, oggi residente a Morbegno che non nasconde la delusione dopo il pronunciamento del Consglio di Stato. «Siamo nel paese dei balocchi e dei pagliacci - incalza - Questa sentenza causa un forte danno a noi idonei che abbiamo superato onestamente e meritatamente questo concorso dopo anni di impegno e di studio, ma danneggia fortemente tutta la scuola lombarda che il prossimo anno vedrà più di 800 istituzioni scolastiche con un dirigente a metà servizio».
Addio all’anonimato
Nonostante la perizia dica che le buste sono opache al 96% e che per garantire la segretezza epistolare basti il 90% di opacità, «il Consiglio di Stato ha stabilito che la commissione avrebbe comunque potuto vedere i nominativi violando il principio dell’anonimato». La sentenza stessa stabilisce che gli scritti (di tutti i 996 candidati ammessi agli scritti, quindi 1992 temi) «vadano ricorretti (non rifatti)».
In pratica, spiega Piasini, «dovranno essere riassociati i nominativi in busta con i temi svolti e ricorretti da una nuova commissione. La cosa assurda è che, in seguito all’accesso agli atti, molti temi dei ricorrenti sono stati fotocopiati e addirittura pubblicati su internet, quindi l’anonimato è perso per definizione». Un anno è stato perso e siamo al punto di luglio 2012: «Ora le prove verranno ricorrette e spero di poter riottenere ciò che mi sono meritato e mi hanno tolto ingiustamente» la sottolineatura di Piasini che comunque, come tutti gli altri suoi colleghi loro malgrado coinvolti (circa 400 in Lombardia quelli coinvolti) non intende arrendersi. Tant’è che si sta «valutando l’opportunità di chiedere un cospicuo risarcimento danni all’amministrazione (ministero dell’Istruzione e Ufficio scolastico regionale) in quanto dalla sentenza risulta evidente la loro responsabilità e la loro negligenza».
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