Cronaca / Circondario
Sabato 15 Giugno 2013
Scritte e vandalismi,
ragazzini scoperti
Una piccola banda ha effettuato incursioni a Calolziocorte ma anche in alcuni Comuni vicini
Tutti giovanissimi: i “leader” del gruppo hanno 14 e addirittura 11 anni - Convocate le famiglie
“Baby gang”, di nome e di fatto. Si chiamava così la gang di giovanissimi calolziesi di origini africane che per settimane o addirittura mesi, hanno imbrattato i muri della città con graffiti e scritte, danneggiato proprietà e rotto vetri.
Si aggiravano per Calolzio, ma hanno lasciato una scia di scritte e di danni anche in altri comuni, a Lecco e perfino fuori provincia.
Quattro ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 14 anni.
E l’aspetto ancora più sconvolgente è che proprio l’undicenne era uno dei due capetti della banda.
A fermarli hanno pensato gli agenti del comando di Polizia locale di Calolzio, guidati dal comandante Andrea Gavazzi.
Dal comando della città spiegano i fatti che hanno portato all’individuazione della “Baby gang”, come gli stessi ragazzi si chiamavano e si firmavano, quando imbrattavano i muri e le piazze.
«Tutto ha avuto inizio domenica 26 maggio - dice Gavazzi -, quando abbiamo ricevuto la segnalazione di alcuni residenti che avevano visto alcuni ragazzini impegnati a realizzare scritte sui muri di via Colleoni».
I residenti hanno fornito descrizioni precise e informazioni utili per gli agenti.
«In base anche alle nostre conoscenze - prosegue il comandante dei vigili - e all’ausilio delle riprese del sistema di videosorveglianza siamo risaliti all’identità dei ragazzi».
Quindi gli agenti della polizia locale hanno convocato uno a uno i ragazzini e le rispettive famiglie.
«L’imbrattamento di muri e proprietà con graffiti e scritti è un reato previsto dall’articolo 639 del Codice penale per cui si procede d’ufficio. Infatti abbiamo convocato uno a uno i ragazzi e siamo risaliti a tutte le azioni commesse sul territorio calolziese».
Ha sorpreso tutti scoprire il lungo elenco di danni commessi dalla “baby gang”, anche perché i ragazzini, tutti studenti delle scuole medie “Alessandro Manzoni” , appartengono a famiglie per bene e bene integrate.
«Siamo risaliti a vari episodi di danneggiamento - dicono ancora alla polizia locale -. I ragazzi sono stati gli autori di una decina di graffiti in città, ma hanno anche effettuato danneggiamenti, come spaccato vetri di abitazioni. Di fatto però solo due di loro, quelli che si consideravano i due capi, sono stati gli autori materiali. Si tratta dell’undicenne del ragazzo più grande che ha appena compiuto 14 anni. Come detto in base all’articolo 639 per il reato di imbrattamento, abbiamo proceduto nei confronti dei due “capetti”, segnalandoli al Tribunale dei Minori. Il più grande, proprio per la sua età, dovrà risponderne in tribunale. Gli altri due, che erano più che altro testimoni, sono stati segnalati alla Procura».
Per quanto riguarda i vetri rotti, il proprietario ha deciso di non sporgere denuncia.
A sconvolgere le Forze dell’Ordine è l’organizzazione della “baby gang” e l’assenza di pentimento. Nemmeno di fronte ai genitori che informati dagli agenti, allibiti e sconvolti, hanno rimproverato i loro figli.
Quello scoperto però dal comando di Polizia locale sembra però essere solo una parte della già lunga carriera di questi ragazzini scatenati.
«Da quello che abbiamo appurato, la banda agiva in modo organizzato con la chiara intenzione di commettere danneggiamenti. Si muovevano anche in treno per raggiungere altri comuni, anche fuori provincia, per compiere le loro azioni che vanno al di là della semplice bravata. Le indagini sul nostro territorio si sono concluse. Ma abbiamo informato la Procura perché è emerso che i ragazzi si sono resi autori di svariati altri episodi in altri comuni».
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