Cronaca / Sondrio e cintura
Lunedì 26 Maggio 2014
Scialpinista morto
Colleghi sotto choc
«Amava le vette»
Una placca di ghiaccio all’origine della tragedia avvenuta sabato poco dopo l’ora di pranzo sulla parete Nord del monte Pasquale
La notizia della tragica scomparsa di Alberto Manzini, 49 anni, morto sabato scorso in alta Valfurva, si è diffusa in un lampo a Modena, città dove viveva con moglie, un figlio e una figlia, e dove lavorava. Attoniti i colleghi della Cnh, dove Alberto era impiegato (l’azienda produce i trattori della New Holland) e dove non mancava mai di raccontare le avventure che la sua passione lo portava a compiere: praticava lo scialpinismo ogni volta che poteva.
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«Era una persona che adorava scherzare, sorrideva volentieri e nei suoi occhi si percepiva un’affezione particolare alla vita», ricorda commosso un collega che ancora non crede alla notizia choc ricevuta nelle ultime ore: Alberto è morto dopo un volo di 500 metri nel vuoto, sotto gli occhi increduli dei due amici con cui era salito in alta Valfurva.
Una placca di ghiaccio all’origine della tragedia avvenuta sabato poco dopo l’ora di pranzo sulla parete Nord del monte Pasquale. Il modenese era in compagnia di due amici con i quali aveva trascorso la notte al bivacco invernale sopra la Pizzini (il rifugio in questo periodo è chiuso). Lui è stato il primo ad inforcare gli sci e a gettarsi verso valle. Pare che l’uomo abbia fatto in tempo a compiere solo due curve, poi ha perso il controllo degli sci ed è finito nel vuoto.
Uno degli amici ha chiamato il 112 e ha allertato i soccorsi , ma per lo scialpinista non c’era ormai più nulla da fare. Era riverso tra le rocce, 500 metri sotto il punto in cui è caduto. Dopo aver prelevato con il verricello la salma, l’eliambulanza ha imbarcato gli amici, visibilmente sotto choc e impossibilitati a proseguire nello stato emotivo in cui si trovavano.
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