Cronaca
Mercoledì 07 Febbraio 2024
Sci sul San Primo, perplesso anche il National Geographic
Dibattito L’edizione italiana della prestigiosa rivista sul costoso progetto degli impianti di risalita
Anche la rivista National Geographic si è occupata ampiamente del discusso progetto di riqualificazione del Monte San Primo, quello che prevede la dismissione dei vecchi impianti e la realizzazione di nuovi con diversi nuovi interventi tra cui un parcheggio, cannoni sparaneve e un bacino per l’innevamento artificiale. Un progetto da più parti contestato, specialmente dagli ambientalisti, per il costo (5 milioni, ndr) e perché sorge a una quota non alta n una zona ormai da tempo non più innevata.
Il racconto fatto dall’edizione italiana del National Geographic a firma di Luigi Mastrodonato e dal titolo eloquente ”Sciare a tutti i costi”, parte da una tragedia, quella della slavina che si staccò anni addietro dal Monte San Primo: «Era il 14 marzo del 1946, la neve sulle Prealpi Comasche si tinse di rosso - si legge - . Una slavina si staccò dal Monte San Primo - la cima più alta del Triangolo Lariano - e travolse l’Albergo Parco Monte San Primo, morirono in undici tra dipendenti e turisti per lo più sciatori. Quei rilievi ai tempi erano importante meta sciistica, la gente veniva appositamente dall’estero proprio per godersi le piste e la vista».
L’importanza degli impianti e progressivamente scemata proprio a causa dei cambiamenti climatici, scrive ancora National Geographic: «Negli ultimi 600 anni sulle Alpi mai c’è stata così poca neve, allora come ora un problema che ha colpito anche il Monte San Primo».
Insomma, quella portata avanti dalla rivista di riferimento del mondo dell’informazione scientifica e storica è una disamina con molte perplessità sulle prospettive per gli impianti partendo da una constatazione meteorologica
Intanto si continua ad attendere il progetto che stanno approntando il Comune di Bellagio e la Comunità montana del Triangolo Lariano per la riqualificazione del compendio del Monte San Primo. Si spera che la discussione in atto sia comunque un volano per un intervento riguardante il monte.
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