Poco meno di una decina di agenti della polizia stradale, finiti sotto inchiesta nella maxi operazione che lo scorso inverno aveva decapitato i vertici della sezione comasca della polstrada, avrebbero formalizzato la richiesta di poter patteggiare la pena.
In questi giorni, al quinto piano del palazzo di giustizia, alcuni degli agenti accusati - a vario titolo - di falso e abuso d’ufficio si sono presentati per farsi interrogare dal pubblico ministero. E molti di questi hanno presentato, o comunque anticipato l’intenzione di farlo, una richiesta per accordarsi con la procura per la pena, evitando in questo modo il processo.
Poco meno di un mese fa il pubblico ministero Massimo Astori aveva notificato alle 24 persone finite sotto inchiesta, tra le quali il comandante Patrizio Mariano Compostella e il suo vice Gian Piero Pisani, un avviso di chiusura indagini, antipasto - di solito, ma non sempre - di una richiesta di rinvio a giudizio. Una fase, quella che segue la notifica della Procura, riservata alle difese per presentare memorie o per chiedere di chiarire la propria posizione con l’interrogatorio nella speranza di poter evitare il processo o di poter patteggiare la pena e chiudere così i conti con la giustizia.
Tra le persone che questa settimana si sono presentate per sottoporsi a interrogatorio anche il comandante Compostella, assistito dal suo avvocato, Aldo Turconi.
Non è noto se Compostella abbia chiesto di poter patteggiare la pena, ma di certo lo hanno fatto altri indagati. Quasi sicuramente, entro la fine dell’anno, l’accusa formalizzerà la richiesta di rinvio a giudizio per tutti coloro che non hanno presentato alcuna istanza, preferendo difendersi dalle accuse in aula o davanti al giudice delle udienze preliminari.
Come si ricorderà l’inchiesta, coordinata dal pm Astori e condotta dall’ufficio di polizia giudiziaria della stessa stradale, aveva contestato ai responsabili e agli “operativi” dell’ufficio verbali di avere fatto sparire, tra il 2009 e il 2013, 1746 contravvenzioni, accertate tutte con Autovelox e Tutor. Inoltre molti poliziotti in servizio al compartimento di Como, assieme al loro comandante e al vice, sono anche accusati di avere di avere fatto carte false per farsi cancellare le multe rimediate dai veicoli privati parcheggiati in via Italia Libera senza pagare la sosta.
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