Cronaca / Morbegno e bassa valle
Mercoledì 18 Settembre 2013
Salta il contratto bancari
Dipendenti: sarà sciopero
L’intera provincia di Sondrio è coinvolta con oltre 2mila lavoratori
Il sindacato: a breve saranno convocati gli attivi sindacali di categoria
Non è stato un fulmine a ciel sereno, perché già da giorni c’era aria di tempesta. Ma ora il problema è esploso e riguarda in Valtellina circa 2mila lavoratori, a cominciare dai dipendenti delle due banche locali. L’aria che si respira all’indomani della rottura delle trattative è decisamente di preoccupazione anche a livello locale. Nei prossimi giorni saranno convocati gli attivi sindaca.li del settore e sullo sfondo intanto avanza in maniera pesante l’ipotesi di uno sciopero.
Nel corso della riunione tenutasi due giorni fa a Roma, l’Associazione bancaria italiana ha consegnato alle rappresentanze dei lavoratori la disdetta anticipata dei contratti collettivi nazionali. ancora in vigore e la cui scadenza è prevista solo fra sei mesi.
Secondo i sindacati questo atto, ritenuto di «inaudita arroganza e gravità», rompe di fatto una tradizione concertativa che aveva a lungo consentito alle parti di costruire insieme soluzioni innovative a tutela dei lavoratori e del lavoro nel settore e annuncia l’intenzione di scaricare sui dipendenti tutti i guasti di un sistema dei quali le controparti hanno le maggiori responsabilità. Una tradizione che durava ormai da oltre 15 anni.
La concomitanza dell’urgente scadenza imposta dalla legge per la trasformazione del Fondo di solidarietà del settore aumenta – sempre secondo i lavoratori - la gravità del gesto compiuto dall’Abi, che rischia di mettere a repentaglio la sussistenza del fondo stesso. Di fronte a queste decisioni le segreterie nazionali hanno risposto affermando che né il metodo, né gli obiettivi dichiarati potranno essere accettati.
Inizia conseguentemente un periodo di mobilitazione dei lavoratori e pertanto saranno convocati gli attivi sindacali unitari e le assemblee del personale, per avviare tutte le procedure per la proclamazione dello sciopero generale della categoria e le altre azioni di contrasto nei gruppi e nelle aziende. Secondo la Fiba Cisl è un grande e grave errore quello dei banchieri, che hanno pensato di affrontare la crisi dilapidando il patrimonio di relazioni sindacali che ha consentito al settore di gestire positivamente, con un modello esemplare e tutt’ora ineguagliato, i grandi processi di ristrutturazione e di cambiamento avviati dalla fine degli anni novanta.
Anche a livello locale c’è una notevole preoccupazione fra i sindacati della categoria. Una disdetta del contratto, oltre a rappresentare un evento raro, comporta degli inevitabili interrogativi anche sulle conseguenze a livello di diritti e salario. Per il momento non sono ancora state indicate le modalità della mobilitazione. In questi casi non si può escludere l’ipotesi di uno sciopero generale, ma spesso dopo la bufera iniziale le parti si riavvicinano.
In questi primi giorni è in corso un’analisi approfondita della situazione, poi – anche sulla base di eventuali evoluzioni – verranno indicati i prossimi passi. Non si può escludere, chiaramente, lo sciopero generale. Dura anche la Cisl: «A monte 15 anni di concertazione, er la risposta della categoria è lo sciopero generale. Un atto che rompe una tradizione concertativa che aveva consentito alle parti di gestire situazioni di crisi con soluzioni innovative -dichiara la segretaria confederale Cisl -. Abbiamo sempre trovato nel dialogo la risposta a problemi complessi che questa categoria si è trovata ad affrontare nel tempo, ma questa volta si tratta di un atto unilaterale che nasconde la volontà di abbattere un sistema e ricostruirlo su diverse basi di forza». Dalla segreteria nazionale Cisl ribadisce il monito intorno al destino del Fondo di solidarietà. «Infatti, siamo contrari sia all’obiettivo che al metodo -precisano dai veritici Cisl -. A vremmo dovuto discutere del Fondo di solidarietà, che ora rischia la sua stessa sopravvivenza. Non ci si può chiedere di abbattere un contratto e ripartire da zero. La risposta della categoria è la mobilitazione».
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