Sacrificio umano
Per scacciare il male
Aicha ha così giustificato l’uccisione del figlio alla psichiatra che l’ha in cura a Castiglione
L’avvocato: «È incoerente, subito dopo ha chiesto del bimbo» - Probabile una proroga del ricovero
Anche se l’incidente probatorio non c’è ancora stato, un dato di fatto pare ormai assodato: Aicha Coulibaly, la giovane mamma che alle tre del mattino dello scorso 25 ottobre ha pugnalato a morte il figlioletto Nicolò di nemmeno tre anni con un paio di forbici, ha bisogno di un aiuto specialistico.
Lo spiega il suo avvocato difensore Sonia Bova, alla luce del recente colloquio con la psichiatra Stefania Forconi che assiste la venticinquenne di origine ivoriana nell’ospedale psichiatrico giudiziario di Castiglione delle Stiviere, dove è stata trasferita da poco meno di due settimane.
«La psichiatra mi ha sollecitato a chiedere una proroga del ricovero di 30 giorni, per poter analizzare più a fondo la situazione -spiega l’avvocato -. Aicha continua a essere incoerente, pochi giorni fa ha dato una spiegazione folle per il suo gesto, associandolo a un sacrificio umano da compiere per allontanare il male che, secondo lei, aleggiava sulla sua famiglia e minacciava in particolare il suo compagno. Salvo poi chiedere, al termine del colloquio con la psichiatra, notizie di Nicolò, ha perfino chiesto alla dottoressa Forconi di telefonare all’asilo per sapere come il bambino si comporta con i compagni. L’avvocato: «È incoerente, subito dopo ha chiesto del bimbo» - Probabile una proroga del ricovero
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