Cronaca / Oggiono e Brianza
Venerdì 13 Settembre 2013
Riva Acciaio, sindacati decisi
«Riaccendiamo gli impianti»
Prevale la rabbia tra i 56 dipendenti della fabbrica di Annone
«Sono i lavoratori che pagano più di tutti, e questo non è giusto»
Serpeggia la rabbia e il nervosismo tra i 56 dipendenti della Riva Acciaio di Annone che da ieri sono a casa, senza lavoro, senza stipendio e per il momento senza neppure un ammortizzatore sociale.
C’è chi vocifera uno sciopero e chi si è già messo in macchina, alla volta di Brescia, per unirsi ai colleghi – 1400 in tutto – che stanno manifestando contro la decisione della proprietà di cessare l’attività dopo il sequestro imposto dalla magistratura sui beni della famiglia Riva.
A livello locale i sindacati mantengono un contatto diretto con i dipendenti e i sindacati nazionali che hanno chiesto un incontro urgente al ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato e al commissario dell’Ilva Enrico Bondi. «Le priorità sono due – spiegano Diego Riva, segretario della Fiom ed Emilio Castelli della Uilm – far ripartire subito gli stabilimenti e trovare il modo per pagare gli stipendi ai lavoratori», tanto più allo stabilimento di Annone, specializzato nella realizzazione di reti elettrosaldate per l’edilizia, dove il lavoro era ripartito a pieno regime da giugno e non stavano più usando il contratto di solidarietà. Della specifica situazione dello stabilimento lecchese i sindacati ne discuteranno con la proprietà il giovedì 26 in Confindustria, ma intanto c’è molta attenzione per le decisioni che saranno prese a livello nazionale.
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