Cronaca / Lecco città
Venerdì 20 Marzo 2015
Riello, finito il periodo di cassa
A Lecco resta il polo della ricerca
Venerdì 20 marzo è scaduta la cassa integrazione ordinaria alla Riello.E l’azienda ha deciso che non chiederà nessuna proroga
Venerdì 20 marzo è scaduta la cassa integrazione ordinaria alla Riello.E l’azienda ha deciso che non chiederà nessuna proroga. Quindi, i 160 dipendenti della sede di via Risorgimento torneranno a lavorare quaranta ore a settimana (l’utilizzo della cassa integrazione era limitato ad un giorno a settimana).
La novità è stata formalizzata ai lavoratori durante l’assemblea di ieri, tenuta dai sindacati. Come spiegano Mauro Castelli (Fiom) e Giovanni Gianola (Fim), «siamo reduci dall’incontro con l’azienda che ci ha illustrato il piano industriale che intende sviluppare fino al 2019». Nel vertice con i sindacati, il gruppo veneto ha ufficializzato che le trattative con i tedeschi della Viessmann non hanno portato ad alcun risultato. Quindi, Riello continuerà a produrre e vendere le caldaie murali che a Lecco hanno il centro di ricerca e sviluppo, oltre all’unità commerciale.
«Il piano industriale che ci è stato presentato dalla direzione Riello - spiegano Castelli e Gianola - al momento non ha ricadute dirette sui lavoratori di Lecco. È evidente comunque che il possibile rilancio del gruppo migliorerebbe le prospettive anche per l’unità di via Risorgimento».
Nella crisi del gruppo che ha toccato i diversi siti produttivi e in modo particolare quello valtellinese di Morbegno, nel settembre scorso sono stati trenta i lavoratori lecchesi che dopo due anni di cassa integrazione sono rimasti fuori dall’organico e hanno dovuto firmare la messa in mobilità. Ora, nel sito lecchese, sede della progettazione e sviluppo delle caldaie e della commercializzazione in Italia dei prodotti Beretta e Sylber, restano 160 persone fra impiegati e tecnici. Ora, il piano industriale presentato da Riello Group per i prossimi 4 anni prevede investimenti complessivi per 22 milioni di euro in rilancio di prodotti e ricerca e sviluppo, con un obiettivo di fatturato, fra 5 anni, di 530 milioni di euro.
Nel piano è previsto un nuovo giro di tagli personale (come scritto non sui Lecco) ma sul sito di Legnago, la realtà produttiva più importante visto il numero degli addetti (440 addetti di cui 148 diretti), l’attivazione della cassa integrazione straordinaria per riorganizzazione (due anni) con mobilità volontaria, flessibilità oraria e rivisitazione degli accordi vigenti. A Legnago gli esuberi annunciati sono 71.
Il tutto è finalizzato all’abbattimento dei costi per rilanciare lo stabilimento e farlo divenire unico sito dei bruciatori in Italia. In senso complessivo, vi saranno azioni nei siti in Europa con un potenziamento della logistica e razionalizzazione dei magazzini. I centri della ricerca e sviluppo proseguiranno la loro attività.
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