Cronaca / Lecco città
Mercoledì 22 Aprile 2015
Ricetta di Ance per la ripresa
«Meno spese, più investimenti»
Il direttore di Lecco Paolo Cavallier all’indomani dell’audizione a Roma
«Bisogna sbloccare il patto di stabilità per reinvestire le risorse»
«Il grande problema che per quanto riguarda le opere pubbliche tiene ancora frenata l’edilizia – afferma il direttore di Ance Lecco Paolo Cavallier - è che in questo momento in cui la situazione macroeconomica è favorevole si dovrebbero spostare più risorse sugli investimenti, che sostengono l’economia, anziché incrementare la spesa corrente, che porta solo tasse».
All’indomani dell’audizione di una delegazione Ance, in merito al Def, nelle commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato nell’associazione lecchese si passa in rassegna quali, dei punti presentati all’attenzione del Governo, sarebbero decisivi per far ripartire i lavori edili in molti Comuni del lecchese.
E si individuano le tre leve «da usare rapidamente se vogliamo uscire dalla stagnazione», secondo Ance Lecco, della riduzione della spesa corrente, di una minor tassazione sulla casa e del rilancio degli investimenti attraverso un piano delle piccole e medie opere svincolando i Comuni virtuosi dal patto di stabilità che blocca la spesa per investimenti.
Nei numeri, secondo Ance a livello nazionale ci sono circa 5.000 progetti rapidamente cantierabili per un importo complessivo di 9 miliardi di euro soprattutto per messa in sicurezza dal rischio idrogeologico e adeguamento delle scuole. Fra i segnali positivi nel Def si registra anche un ritorno al segno “più” per gli investimenti (+1,9% nel 2015, +4,5% nel 2016 e +2,4% nel 2017). In valori assoluti si tratta di 678 milioni di euro nel 2015, 1,656 miliardi nel 2016 e 926 milioni nel 2017. Purtroppo, continuerà ad aumentare anche la spesa corrente (+0,8% nel 2015, + 1,4% nel 2016 e +1,2% nel 2017). Dal 2008 al 2014, fa sapere Ance, la spesa corrente ha continuato a crescere (+3%), mentre le risorse per le spese in conto capitale, destinate a investimenti, hanno perso il 43%.
«I dati – aggiunge Cavallier – ci mostrano come in questi anni la quota destinata agli investimenti sia precipitata. Nei prossimi tre anni, a fronte di un segno positivo negli investimenti continuerà a crescere anche la spesa corrente e va da sé che le risorse, non essendo infinite, penalizzeranno ancora gli investimenti». L’associazione, dunque, insisterà per una riforma strutturale del patto di stabilità in modo da consentire agli enti locali di continuare a investire perché «non si può impedire a Comuni virtuosi, che han saputo amministrare adeguatamente, di fare investimenti necessari»
Facendoli si rilancia l’economia locale e, soprattutto, si evitano tutte le conseguenze del non fare manutenzione. Ora la via d’uscita possibile è in una buona gestione della spesa pubblica e del patto di stabilità».
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