Cronaca / Sondrio e cintura
Sabato 30 Novembre 2013
Referendum sulla fusione
Incertezza prima e dopo il voto
Alla vigilia dell’apertura delle urne sono molti i punti di domanda sul tavolo e non solo sul risultato
Tra le incognite l’affluenza e la posizione della Regione Lombardia una volta recepiti i risultati finali
Incertezza prima e dopo il voto. Alla vigilia dei referendum consultivi che domani chiameranno alle urne complessivamente oltre sedicimila aventi diritto al voto, di cui 2.238 residenti all’estero, restano molti punti di domanda senza risposte.
La prima incertezza riguarda l’affluenza alle urne. Nei territori interessati, sia nel Tiranese che in Valchiavenna, la sensazione è che l’interesse non sia, per così dire, altissimo e che quindi domani non ci sarà la corsa ai seggi. Anzi.
Sarebbe stato il coinvolgimento in prima persona dei sindaci dei Comuni - legittimamente protagonisti del progetto sul quale chiedono il parere dei cittadini - a tener lontano qualcuno facendo emergere più attriti e contrapposizioni politiche preesistenti che eventuali pro e contro di un processo che invece è tutto amministrativo.
Ma non soltanto. A pesare sulla campagna elettorale ci sono state - e ci sono - le posizioni dei diversi partiti politici: se il Partito democratico si è espresso pubblicamente a favore del referendum (sia la segreteria che il circolo), i partiti di centrodestra sembrano più impegnati nella propaganda a favore del no o, in alternativa, alla non partecipazione.
Un atteggiamento questo che peserà, e molto, anche nel dopo voto quando a decidere delle sorti del progetto di fusione delle realtà comunali coinvolte sarà la Regione che ha detto, fin dal momento dell’indizione delle consultazioni, che avrebbe tenuto nella massima considerazione il risultato uscito dalle urne.
Enunciazione di principio che dice molto, ma che lascia aperte anche le porte a differenti interpretazioni.
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