Cronaca / Valchiavenna
Lunedì 22 Dicembre 2014
Rapporto dell’Arpa sull’area di Novate: preoccupa il cromo
Analizzate le aree del futuro Parco minerario. Evidenziati picchi anomali per l’inquinamento. Il traffico invece non rientra tra le criticità.
Depositato in Provincia di Sondrio il “Rapporto Ambientale” sullo stato delle aree che saranno interessate dal progetto di Parco minerario proposto da Novate Mineraria, e di Novate Mezzola in generale.
«Complesso è il caso del lago di Mezzola, storicamente interessato da inquinamento da metalli pesanti causato dal rilascio di materiali prodotti dell’acciaieria Falck, attiva durante il periodo 1964-1991. Oggi, Arpa classifica il lago di Mezzola come buono in base al fitoplancton,come sufficiente in base ai macroinvertebrati e non buono in base allo stato chimico. Lo stato chimico appare infatti influenzato dalla presenza di picchi anomali di concentrazione di cromo totale nelle acque. I dati Arpa relativi al 2013 confermano l’andamento anomalo delle concentrazioni di cromo e nichel che, nella maggior parte dei casi, sono inferiori al limite di rilevabilità, ma in altri mostrano picchi molto elevati, tali da portare la media annua a 9 e 34 microgrammi per litro, valori superiori alle soglie stabilite dalla legge».
Questo quando le acque superficiali, cioè essenzialmente il Mera, mostrano, invece, dati positivi. Un altro dato interessante riguarda il traffico.«Nello scenario attuale non vi sono situazioni di criticità a carico dell’infrastruttura.I volumi di traffico, pur essendo consistenti, non pregiudicano la funzionalità dell’arteria.Si sottolinea infine che il volume di traffico pesante attualmente circolante comprende i mezzi impiegati nel trasporto dalle aree di cava verso la distribuzione generale, complessivamente stimabile in 66 veicoli pesanti al giorno». Quanti diventerebbero una volta realizzato il progetto? Non molti di più, 72.
Ovviamente con un incidenza concentrata nel tratto che collegherà l’uscita dalla galleria dalla Foppa all’ex stabilimento Falck. Circa un chilometro di Statale 36.
«Nel gennaio 2014 , è stata effettuata una campagna di monitoraggio ambientale e sono stati verificati i livelli di concentrazione della frazione Pm2,5, É stata inoltre determinata la frazione di silice libera. Dai risultati, si osserva una forte variabilità nelle concentrazioni rilevate anche in funzione delle diverse condizioni ambientali e delle diverse fasi operative dell’attività di cava. Pur non potendo operare delle medie su lungo periodo, come richiesto dalla normativa, si sottolineano concentrazioni elevate con occasionali superamenti del limite di 25 microgrammi per metro cubo per una delle due postazioni di rilevamento, quella più vicina all’area di cava e al percorso seguito dai mezzi pesanti». Ma quanto durerà tutto il progetto? Altra domanda che circola in valle. A regime, cioè quando l’area ex Falck sarà operativa e il materiale arriverà dalle lavorazioni sotterranee di Montagnola, il progetto prevede una durata di un decennio. «Lo scenario a regime con l’attuazione del Piano Industriale prevede che l’attività si protragga per 10 anni, con l’estrazione di 4 milioni di metri cubi di materiale».
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