Quella morte sospetta sul Coltignone
Di Guardo tinge di giallo i Resinelli

Il libro La scrittrice, madre di Chiara Ferragni, ha ambientato la sua ultima opera sui nostri monti «In realtà non ci sono mai stata: so che c’è una vista stupenda, ma mi fa anche un po’ paura»

«In realtà, io ai Resinelli non ci sono mai stata, ma mi sono usciti facendo una ricerca in Google sui luoghi dove gli incidenti in montagna sono frequenti. Non so ancora adesso se sia vero, ma ho trovato una descrizione così accurata sul blog di una ragazza, che non solo l’ho usata per il mio romanzo, ma ho anche scelto la foto per la copertina. C’era la staccionata del Belvedere rotta (in realtà, ora c’è la passerella a sbalzo interamente in metallo, ndr): mi sembrava abbastanza inquietante per la storia».

Marina Di Guardo, giallista, racconta come mai nel suo nuovo thriller sia centrale il ruolo del Pian dei Resinelli e del monte Coltignone dove la moglie del protagonista muore precipitando.

«Adesso vorrei anche andarci per una passeggiata, visto che c’è una vista stupenda sul lago di Como, come racconto nel libro - confida - ma allo stesso tempo ho anche un po’ paura che sia davvero pericoloso: magari aspetto un po’ e mi faccio accompagnare da una guida».

In questo romanzo, appena pubblicato da Mondadori, Di Guardo supera se stessa con un thriller capace di rapire il lettore dall’inizio alla fine. “Quello che ti nascondevo” fa proprio questo effetto: riesce a estraniare dal mondo trascinando chi legge nelle vicende del protagonista, che si chiama Giacomo.

L’uomo ha perso la moglie da quasi due anni, ma lui è ancora lì che ascolta i suoi vecchi vocali di whatsapp per farsi compagnia. Risentendoli per l’ennesima volta, nota nel sottofondo di una cena tra amiche un “Baby” pronunciato da un uomo che sembrerebbe intimo con lei. Iniziando a scavare scopre che sì, la moglie aveva un amante. O almeno cosi sembrerebbe, perché nel libro, costruito a regola d’arte, la verità si dipana pian piano, man mano che Giacomo, inseguendo il presunto amante, non incontra quattro donne che lo aiuteranno nella sua attività di spionaggio.

Di Guardo guida la lettura con molta calma, suscitando curiosità e facendo in modo che in ogni pagina si trovino indizi, scoperte o rivelazioni utili per la soluzione finale. Da sempre abituata a scegliere con ricercatezza le parole, minuziosa nella descrizione dei luoghi e dei protagonisti che emergono nitidi come personaggi di un film, Marina usa per i suoi romanzi la stessa meticolosa cura che adotta nella vita per apparire sempre bella, perfetta ed elegante.

Prima di essere una scrittrice, era vice direttrice in uno show room di moda, ed è mamma di Chiara, Valentina e Francesca Ferragni (nella foto a sinistra), baby nonna di tre nipoti, viaggiatrice seriale e influencer con quasi un milione di followers su Instagram. Corteggiatissima dalle aziende per fare pubblicità ai loro prodotti, ha più l’aspetto di una modella che della “Signora in giallo”, eppure è abilissima nel costruire intricate trame in cui emergono tutte le insicurezze degli esseri umani.

I cavalli di battaglia

Il libro, che è dedicato a chi riesce a restare buono nonostante i tradimenti della vita, contiene infatti i cavalli di battaglia di Di Guardo che sono le dinamiche famigliari tossiche, la violenza sulle donne, la sfrontatezza di alcuni individui, ma anche la modernità di rapporti superficiali aiutati da alcune app di incontri: «Ho dovuto farmi spiegare come funzionavano, perché è un mondo che mi fa un po’ paura e di cui non sento il bisogno».

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