Cronaca / Sondrio e cintura
Domenica 12 Gennaio 2014
Province montane e voto diretto
Sondrio e Belluno non mollano
Dopo la lettera del presidente di palazzo Muzio Massimo Sertori si muove il Bard
«Chiediamo ai membri del Senato di esprimersi per una maggiore autonomia»
Specificità montana non solo come enunciazione di principio, ma anche nel riconoscimento dell’elettività dell’ente sulla quale fondare le ragioni di una maggiore autonomia.
Continua il pressing sul Parlamento da parte degli unici due territori interamente montani d’Italia alla vigilia della discussione a palazzo Madama del disegno di legge del ministro Delrio.
Dopo la lettera di fine anno con la quale il presidente della Provincia di Sondrio Massimo Sertori si è rivolto al presidente della Repubblica, a quello del Consiglio e al governatore della Lombardia per ricordare storia e ragioni di Valtellina e Valchiavenna, è il comitato autonomista di Belluno, il Bard, a prendere carta e penna.
Gli autonomisti veneti si rivolgono ai senatori di maggioranza chiedendo il mantenimento dell’ente intermedio elettivo in ragione della sua specificità montana e della vicinanza con le province autonome di Trento e Bolzano. Le stesse sulle quali si era basata la lettera del presidente Sertori.
«Alla pressante richiesta delle popolazioni di mantenere in vita un ente intermedio elettivo, essenziale per unire e rappresentare le varie aree di una provincia vasta e composita - scrivono da Belluno -, il governo ha risposto soltanto con un emendamento cosmetico e pleonastico, approvato alla Camera dei deputati, che non incide nel merito e si limita sostanzialmente a ribadire l’ovvietà che Belluno ,come Sondrio, è una provincia interamente montana, ma senza trarne le conseguenze in termini di necessari strumenti di governo locale».
Da qui dunque la richiesta ai membri del Senato di esprimersi per il mantenimento di un ente intermedio che sia eletto direttamente dai cittadini e rappresenti «la base per l’assunzione di maggiori responsabilità amministrative, regolamentari e finanziarie, in sintonia con quanto previsto dalla Costituzione a tutela della montagna e dalle disposizioni europee per l’arco alpino».
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