Cronaca / Morbegno e bassa valle
Domenica 02 Novembre 2014
Profughi di Cosio si vestono da volontari: divisi in gruppi, pronti per piccoli lavori
Accolta l’esigenza sempre più sentita dei cinquanta ospitati al Bellevue di Salvi. Saranno impegnati in pulizia di aree pubbliche, strade o spazi verdi, manutenzioni.
Un passo avanti verso l’integrazione con l’avvio di attività di volontariato per i profughi ospitati in paese. È l’amministrazione comunale di Cosio Valtellino a rispondere concretamente all’esigenza, spesso espressa propri dai richiedenti asilo attraverso l’albergatore Giulio Salvi, la cui struttura accoglie ad oggi 50 richiedenti asilo di diverse etnie.
Un’esigenza di trovare un modo per non rimanere inattivi, nell’attesa che l’iter burocratico che li coinvolge si sblocchi. A chiedere l’interessamento del Comune si era attivato da tempo l’albergatore Salvi, che dal canto suo ha già attuato iniziative come la pulizia di sentieri di versante che ha coinvolto i profughi.
«Riconoscendo il problema dell’impossibilità di queste persone a trovare qualche tipo di occupazione per il periodo in cui risiedono nel nostro paese – afferma il sindaco di Cosio Valtellino, Alan Vaninetti –, avevo già avanzato alla Prefettura nei mesi scorsi una precisa richiesta riguardo alla possibilità di impiegarli in attività organizzate dal Comune».
Iniziativa sbloccata
«Una prima risposta negativa aveva di fatto bloccato ogni iniziativa, ma di recente la stessa Prefettura ha diffuso una circolare che chiarisce alcuni aspetti legati alle modalità di intervento possibili - sottolinea il primo cittadino -, lasciando spazio ad attività di volontariato».
In sostanza, i profughi ospitati al Bellevue non potranno svolgere un vero e proprio lavoro per il Comune, ma saranno organizzati in piccoli gruppi che potranno intervenire in autonomia e su mandato dell’amministrazione locale per piccoli interventi di manutenzione svolti con carattere di volontariato e non retribuiti. «Dalla pulizia di aree pubbliche, strade o spazi verdi – prosegue Vaninetti – a piccole mansioni di manutenzione per le quali non servono specifiche competenze, ma che possono ben assolvere al compito di impegnare queste persone, per la maggior parte giovani, togliendoli dalla condizione di forzata inattività in cui si trovano». «L’intento è duplice: da una parte saranno così coinvolti in iniziative in favore della comunità in cui si trovano a risiedere, dall’altra attraverso il volontariato si lascerà spazio a maggiori occasioni di integrazione con gli stessi abitanti».
L’attività di volontariato prenderà il via lunedì mattina, quando i primi gruppi cominceranno a operare sul territorio. L’iniziativa del Comune si affianca a quella avviata di recente della scuola di italiano – temporaneamente ospitata al Bellevue e coordinata dal Centro provinciale di istruzione per gli adulti –, che coinvolge tutti i 50 profughi ospitati a Regoledo. A breve accoglierà anche i 16 della Valgerola.
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