Cronaca / Sondrio e cintura
Domenica 29 Settembre 2013
Precari, da 4 mesi senza soldi
L’Inps: prima gli stagionali
Doppia fila davanti agli sportelli per riscuotere l’indennità di disoccupazione - Ma i ritardi arrivano anche a otto mesi - Chiesto un aiuto dalle altre sedi regionali
Doppia fila davanti allo sportello Inps per incassare l’indennità di disoccupazione. Da una parte i precari della scuola, nell’altra coda i lavoratori stagionali. Ma ancora una volta sono i precari della scuola ad avere la peggio: è il sistema previdenziale e la macchina delle procedure a imporre l’ennesimo sgarbo a questi lavoratori, sgarbo che si traduce, alla fine, in un ulteriore ritardo di almeno quattro mesi per riscuotere i propri soldi.
Sono oltre un centinaio i professori che già da tre mesi, cioè da quando a luglio hanno presentato domanda all’Inps, attendono la liquidazione dell’Aspi (l’assicurazione sociale per l’impiego). Ma dovranno pazientare ancora, almeno sino a novembre, costretti a restare in coda, essendoci davanti a loro altri lavoratori, in larga parte stagionali e frontalieri, che da più mesi – alcuni addirittura dall’aprile scorso – aspettano il dovuto che gli sarà versato presumibilmente entro la fine del mese di ottobre.
Questi sono i termini che sono stati garantiti dai vertici dell’Inps dopo l’incontro che tenutosi giovedì a Sondrio con i rappresentanti dei patronati sindacali voluto per fare il punto della situazione.
«Serve un’analisi attenta del problema – pone l’accento Luca Moraschinelli, direttore del patronato Inas Cisl di Sondrio -, altrimenti si rischia solo di fare demagogia» dice assicurando che «all’Inps sono consapevoli del problema e si stanno organizzando per dare risposte nei tempi più brevi possibili. Per questo è stato richiesto un aiuto dalle altre sedi regionali per smaltire più pratiche possibili».
A differenza delle altre sedi, l’Inps di Sondrio si trova penalizzata in quanto deve gestire un numero di indennità di disoccupazione superiore: «La Valtellina è un territorio di confine – prosegue Moraschinelli -, quindi oltre ai lavoratori stagionali , l’Inps si trova a dover evadere anche le domande degli italiani stagionali all’estero». Un sovraccarico di lavoro di cui la sede regionale Inps non tiene conto, dotando la sede provinciale del personale utile solo a sbrigare la prima tranche di domande. «Marco Simonetta, nuovo direttore Inps, insediatosi poche settimane fa, si è già attivato per smaltire le pratiche in arretrato, chiedendo ad altri sedi Inps lombarde di gestire le domande più vecchie» che risalgono ad aprile.
Massimo rispetto per l’appello levatosi dalla categoria insegnanti, ma ognuno ha da attendere il proprio turno: «L’arrabbiatura dei docenti è lecita, ma con tutto rispetto il problema degli insegnanti va in ordine cronologico con le domande di chi le ha presentate in aprile, maggio e giugno. Personale questo che magari il lavoro l’ha perso definitivamente, mentre è più probabile che qualche insegnante nel frattempo sia potuto risalire in cattedra» sostiene Moraschinelli. «Il direttore Simonetta ci ha rassicurato – interviene dal patronato Inca della Cgil Martina Mozzi -. Consapevole della forte giacenza di domande, alcune delle quali datate aprile e maggio, ci ha garantito il massimo impegno nella liquidazione delle indennità di disoccupazione arretrate». Mozzi si dice fiduciosa, indicando la soluzione del problema «entro ottobre per le domande presentate tra maggio e giugno, mentre entro novembre si dovrebbero evadere quelle di luglio. Ognuno, giustamente, guarda al proprio orto, però purtroppo ci si deve mettere in testa che c’è un ordine da rispettare, sebbene le esigenze di tutti siano legittime e giuste. Ci auguriamo che i tempi si abbrevino con l’intervento delle altre sedi Inps».
© RIPRODUZIONE RISERVATA