Cronaca / Lecco città
Mercoledì 22 Aprile 2015
Poste, gli uffici non chiudono. Per ora
Ma il piano dei tagli non sarà ritirato: potrà essere modificando cercando di salvare il salvabile. La palla a Comuni e Regione chiamati a fare una proposta. Nava: «No alle logiche campanilistiche»
Una boccata di ossigeno. Per il momento gli uffici postali non chiudono. Ieri pomeriggio in Regione il tavolo di lavoro in cui è stato rimarcato che il piano di chiusure e razionalizzazione degli orari siglato da Poste non verrà ritirato, ma potrà essere modificato, cercando di salvare qualche sportello. Qualcuno e non tutti.Per il momento comunque i tagli restano congelati fino a data da definirsi.
«Abbiamo tempo fino al 30 aprile per consegnare il nostro controprogetto alle chiusure - dice il consigliere provinciale delegato alla questione Poste Ugo Panzeri - il 12 maggio ci sarà l’ultimo incontro in Regione da cui scaturirà il piano da presentare a Poste per riuscire a salvare almeno qualcuno degli uffici destinati a chiudere. Piano che per il momento riguarda solo gli sportelli destinati ad abbassare la serranda, ovvero San Giovanni e Acquate a Lecco, Sala al Barro a Galbiate, Maresso a Missaglia, Beverate a Brivio, Rossino a Calolziocorte, e uno degli uffici di Verderio».
I criteri sono in particolare la presenza o assenza di sportelli bancari nello stesso Comune, la distanza rispetto a un altro ufficio postale, la presenza o assenza e frequenza delle linee di trasporto pubblico locale, i Comuni recentemente oggetto di fusione.
«È necessario da parte nostra - ha spiegato il sottosegretario regionale Daniele Nava - fare una scrematura in maniera oggettiva ed elaborare un prospetto, sottolineando i casi più critici su cui chiedere un ripensamento. Non è opportuno avviare una guerra tra poveri. Ci siamo dati dei criteri e su questi dobbiamo basarci. Non si può dare ragione a chi grida di più o sottostare a logiche campanilistiche».
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