LECCO
Poste: per il momento resta tutto fermo. Il Senato ha impegnato il Governo ad attivarsi per bloccare il piano di ristrutturazione di Poste italiane
Questo l’esito dopo settimane di iniziative sui territori, di incontri con i sindaci, di mobilitazioni da parte dei cittadini, raccolte di firme e pressing istituzionale con interrogazioni ed incontri a tutti i livelli. Il piano prevede la chiusura di 445 uffici e la riduzione dell’orario per altri 608.
Sedici uffici coinvolti
In provincia sono 16 gli uffici coinvolti, di questi sette destinati a chiudere definitivamente: San Giovanni e Acquate a Lecco, Sala al Barro a Galbiate, Maresso a Missaglia, Beverate a Brivio, Rossino a Calolziocorte, e uno degli uffici di Verderio. Mentre nove uffici sono interessati alla revisione degli orari: Taceno, Primaluna, Carenno, Monte Marenzo, Colle Brianza, Santa Maria Hoè ed Ello apriranno solo alcuni giorni alla settimana, gli uffici di Margno e Pagnona già in servizio con orario ridotto dovrebbero essere ulteriormente razionalizzati.
Nel frattempo è stato rimandato alla prossima settimana il Tavolo regionale a cui parteciperanno i consiglieri provinciali delegati alla questione Poste Ugo Panzeri e Bruno Crippa.
Il sottosegretario Antonello Giacomelli ha accolto, con riformulazione il testo presentato da Sel, Sinistra ecologia libertà, che prevede di impegnare il Governo a garantire un maggior coinvolgimento degli enti locali e dei loro Amministratori, in modo da tenere effettivo conto delle esigenze dei cittadini e delle specificità dei territori.
E se Sel esulta non è da meno la Lega nord che ha ottenuto l’approvazione della mozione presentata il 3 marzo scorso e finalizzata alla sospensione del piano di Poste Italiane e alla revisione dei criteri, per riuscire a preservare dai tagli almeno i Comuni montani e i rioni, o frazioni, periferici.
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