
Cronaca / Morbegno e bassa valle
Lunedì 16 Settembre 2013
Picchiato in centro l’ex poliziotto
“Il Gabbiano” propone incontro
Il grave episodio è stato stigmatizzato dal sindaco Rapella in consiglio comunale
La Comunità vuole rassicurare la popolazione e recuperare il rapporto di fiducia
Un incontro “chiarificatore” per cercare di recuperare un rapporto di fiducia che è andato deteriorandosi.
Lo propongono gli operatori della comunità del Gabbiano dopo la grave aggressione del 25 agosto scorso che vide implicati quattro ragazzi ospiti della “Ca Rosa” fuggiti quella sera senza autorizzazione. Lo ha comunicato il sindaco Alba Rapella nel consiglio comunale di venerdì che il primo cittadino ha voluto aprire proprio ricordando e stigmatizzando l’episodio che ha fatto e continua a far discutere la città. L’eco di quella sera nella piccola cittadina di Morbegno, non abituata a confrontarsi con casi di violenza così gratuiti e soprattutto ingiustificati, ha avuto un forte impatto emotivo sulla comunità.
Da qui la condanna totale e senza sconti del sindaco e la solidarietà manifestata alle vittime, l’ex poliziotto Mariano D’Eraclea e la figlia 22enne che ha assistito al pestaggio. «E’ stato un fatto deprecabile, gravissimo, inaccettabile perché perpetrato nei confronti di una persona inoffensiva - le parole dure del sindaco ad inizio seduta - e gli autori risponderanno nei modi e nei tempi previsti dalla legge e dal sistema giudiziario, in base ai vari gradi di coinvolgimento dei quattro ragazzi che hanno avuto ruoli diversi in quell’episodio e che sono stati subito trasferiti presso un’altra comunità e in una struttura di detenzione».
Il sindaco ha anche voluto ringraziare pubblicamente i carabinieri della caserma di Morbegno che hanno individuato in poco tempo i sospettati e ha ricordato la piena collaborazione della comunità di recupero nelle ore successive all’aggressione, provvedendo immediatamente a denunciare la fuga alle autorità competenti.
Era stato il consigliere indipendente Angelo Rovedatti a sollecitare, pochi giorni dopo il 25 agosto, la convocazione di un consiglio urgente proprio alla luce del grave episodio. «Non è stato convocato subito, ma prendo atto di questo intervento doveroso del sindaco in apertura di assemblea - così Rovedatti - ma l’ho sempre detto e questo episodio, conferma i miei timori, condivisi anche da altri cittadini che in questi giorni mi hanno avvicinato, che una comunità per minori, che può mettere a rischio la sicurezza pubblica, non andava realizzata in un luogo isolato come il dosso dei Ronchi. In piazza Sant’Antonio ci sarebbe stata una maggiore vigilanza, gli stessi utenti sarebbero stati scoraggiati dal fuggire in quel modo, ma della mia posizione non si è tenuto conto e adesso mi auguro che vengano presi dei provvedimenti concreti per prevenire altri spiacevoli e gravi fatti come quello di fine agosto».
La comunità si è resa disponibile ad aprire un dialogo con la città, ma già al suo interno la riflessione sui possibili cambiamenti di carattere organizzativo, ma anche educativo che sarebbe opportuno adottare, è già cominciata. Rovedatti ha detto che valuterà l’invito distensivo del Gabbiano: «Ma mi rattrista vedere quel luogo tanto caro ai morbegnesi e credo che la vicenda non si risolverà tanto presto e se ci sono responsabilità, se qualcuno ha sbagliato, non rispettando le regole ne risponderà alle autorità competenti, amministrazione compresa».
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