Cronaca
Mercoledì 04 Dicembre 2024
Pesca nel lago, il pesce persico
resta “il re del Lario”
Lo evidenziato i dati ufficiali relativi al pescato professionale 2023 sui due rami del lago. Crollano i coregoni, che raggruppano lavarelli e bondelle, precipitati dalle oltre 35 tonnellate del 2022 alle (quasi) 19 tonnellate del 2023
I dati relativi al pescato professionale 2023 sui due rami del lago - in capo all’assessorato regionale all’Agricoltura (da cui dipendono Caccia e Pesca) e di cui ha preso visione la consigliera Anna Dotti - mettono in luce almeno tre aspetti di rilievo legati alle specie simbolo del nostro lago. Il primo riguarda il crollo del pescato di coregoni, che raggruppano lavarelli e bondelle, precipitato dalle oltre 35 tonnellate del 2022 alle (quasi) 19 tonnellate del 2023. In proiezione i numeri certificano per quel che concerne i coregoni una situazione drammatica, considerato che il pescato del 2023 è un quinto di quello di dieci anni fa. Agli occhi attenti di alcuni addetti ai lavori non è sfuggito un altro aspetto di rilievo a fronte di questi numeri ossia che per la prima volta negli ultimi trent’anni il coregone non è la specie più pescata del nostro lago, superata da agone e pesce persico, con il totale del pescato professionale che lo scorso anno si è attestato di poco sopra le 91 tonnellate. A proposito del persico - considerato da molti il “re” delle specie ittiche del Lario - i dati del pescato 2023 hanno fortunatamente fornito buone rassicurazioni sul suo stato di salute. Lo scorso anno di persici ne sono state pescati quasi 23 tonnellate, un dato sostanzialmente in linea con quello degli ultimi anni, inferiore al 2022, ma di gran lunga superiore al 2021. Una notizia che sicuramente è di buon auspicio anche per l’anno in corso, anche a fronte dell’importanza che il persico “made in Lario” riveste all’interno della proposta gastronomica lariana. Il terzo aspetto riguarda gli agoni, specie dalla quale attraverso un antico procedimento (che poggia anche sul “fattore sole” per quel che concerne l’essicazione) viene poi ricavato il missoltino. Ebbene il dato sul pescato professionale - sopra le 28 tonnellate - non rende appieno l’idea dell’abbondanza della specie, che ha poco mercato o comunque ha meno mercato rispetto all’abbondanza delle catture. E questo in virtù del fatto che d’estate (la pesca all’agone debutta il 15 giugno), la sovrabbondanza delle catture fatte dai dilettanti contribuisce a saturare l’offerta.
Un capitolo a sé lo meritano i grandi predatori, siluri e lucioperca, anche se questi ultimi hanno avuto una flessione dopo il boom del 2022, quando è stata introdotta la rete “volante” specifica per la cattura dei grandi pesci. I siluri - ne abbiamo dato conto più volte sul nostro giornale continuano a rappresentare un cruccio per i pescatori di professione. La loro voracità mette in pericolo l’ecosistema del nostro lago, già fragile per fattori interni (come il riscaldamento delle acque del lago), ma anche esterni, come la presenza sempre più rilevante dei cormorani, uccelli ittiofagi da 400 grammi di pesce ciascuno ingurgitati nell’arco delle ventiquattro ore. La quota di pescato riservata ai siluri ha superato le 6 tonnellate e mezzo, quasi una tonnellata in più rispetto al 2022. Nel 2019, di siluri ne erano stati pescati soli 758 chili. Campanello d’allarme infine per un’altra specie simbolo come il salmerino, secondo alcuni il pesce più pregiato - addirittura più del persico - del nostro lago. I soli 215 chili di pescato rappresentano un dato che pone questa specie (quasi) a rischio estinzione.
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