Paderno: slittano i lavori per la frana sull’alzaia

Cattive notizie per la frana sull’alzaia dell’Adda caduta lo scorso 16 maggio e che ha interrotto il percorso ciclo pedonale tra la centrale Bertini e la Conca di Mezzo: la Regione non può intervenire d’urgenza ma potrà sistemare la frana solo tra parecchio tempo, forse, chissà.

E’ stato l’assessore regionale Franco Lucente a rispondere all’interrogazione presentata dal consigliere regionale Massimo Vizzardi di Azione. La sezione lecchese del partito ha infatti presentato interrogazioni in Regione ed anche in Parlamento, per il momento c’è solo la risposta della Regione ed è sconfortante, soprattutto viste le decine di milioni di euro distribuiti a pioggia per ogni possibile ed immaginabile scopo, anche i più banali. Lucente ha risposto che « il Comune di Cornate d’Adda ha opportunamente attivato la procedura di segnalazione a Regione attraverso il sistema RASDA (Raccolta schede danni), a seguito del quale l’Ufficio Territoriale Regionale Brianza ha effettuato il sopralluogo tecnico, alla presenza del Comune di Cornate d’Adda, del Consorzio Est Ticino Villoresi, del Parco Adda Nord e della Provincia di Lecco, per la valutazione degli interventi di messa in sicurezza».

Purtroppo ha aggiunto che «la direzione generale Trasporti e Mobilità Sostenibile non ha possibilità di attivare finanziamenti per interventi in somma urgenza a seguito di eventi calamitosi. La Direzione potrà agire, eventualmente, per la sistemazione finale del tratto, nell’ambito della propria programmazione degli interventi per la fruizione del sistema dei Navigli lombardi sul triennio 2024-26 a seguito di specifica richiesta di finanziamento da parte del Consorzio Villoresi da produrre secondo criteri di priorità».

Ovviamente queste risposte non possono che lasciare delusi. Per la segretaria provinciale di Azione, Eleonora Lavelli la Regione « in prima linea nella realizzazione dei giochi olimpici, si dimentica dell’importanza nevralgica della ciclovia dell’Adda. Una risposta così tiepida ci preoccupa molto, perché manifesta un interesse fin troppo modesto sul tema». Luigi Gasparini, della cooperativa Solleva, vede nero: «Se queste sono le premesse, a questo punto la chiusura della Cooperativa Solleva sarà inevitabile, con il risultato di lasciare l’intero territorio abbandonato a sé stesso, meta di malavitosi. Si distrugge in breve ciò che è stato costruito pazientemente in lunghi anni: Stallazzo, Santuario della Rocchetta, scavi archeologici, Museo della conca madre, Chiesina dell’Addolorata»

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