Cronaca / Tirano e Alta valle
Mercoledì 17 Dicembre 2014
Omicidio di Grosotto, esami più lunghi: altri due mesi per concludere l’autopsia
Proroga per terminare gli accertamenti sui reperti prelevati dal corpo della vittima. Intanto Casula è stato interrogato ieri per i furti commessi in quel fine settimana.
A distanza di quattro mesi dal la sera in cui Veronica Balsamo ha perso la vita e Gianmario Lucchini è stato gravemente ferito, i fronti su cui si sta articolando l’indagine sui fatti di Grosotto sono ancora tutti aperti.
Accusato di entrambi gli episodi, dalla sera dello scorso 2 ottobre Emanuele Casula, 18 anni, l’amico di Veronica, si trova in carcere. A suo carico ci sono una montagna di prove, ma gli aspetti da chiarire non mancano. Ecco perché per la conclusione delle indagini bisognerà attendere ancora dei mesi.
Sono i periti ad aver bisogno di tempo. Proprio in questi giorni avrebbero dovuto arrivare in Procura gli esiti degli accertamenti svolti dal medico legale milanese Alessio Battistini su alcuni reperti prelevati dal corpo della ragazza di 23 anni uccisa la sera del 23 agosto in bosco di Grosotto, ma il perito ha appena depositato una richiesta di proroga di 60 giorni. Soltanto a fine gennaio, poi, altri specialisti si pronunceranno sulla capacità di intendere di volere dell’indagato nel momento in cui avrebbe colpito a morte Veronica e ferito gravemente Gianmario, l’uomo di 32 anni ridotto in fin di vita a colpi di cacciavite.
Il perito nominato indicato dal gip Carlo Camnasio è Giuseppe Giunta, direttore del Cps di Bellano. La Procura ha scelto invece Luciano Magotti, psicocoterapeuta di Milano; l’avvocato difensore Francesco Romualdi, si affida a llo specialista sondriese Claudio Marcassoli, mentre il legale Enza Mainini, che tutela gli interessi della famiglia di Veronica, ha scelto la milanese Isabella Merzagora. È ad Ambrogio Pennati, infine, che si è rivolto il legale Antonio Sala Della Cuna che assiste i familiari di Gianmario Lucchini.
Anche dagli accertamenti di tipo genetico si attendono risposte. E dovrebbero essere le prime ad arrivare sui tavoli dei sostituti procuratori Elvira Antonelli e Giacomo Puricelli. Questione di giorni, sembra. I Ris di Parma e il genetista Marzio Capra stanno analizzando sulle tracce ematiche trovate a s sui pantaloni della tuta che Casula indossava quella sera, sul cacciavite che era stato usato per colpire Lucchini e sulla sedia che era stato trovata vicina al corpo. Proprio ieri intanto Emanuele Casula è stato sentito ancora dal giudice, anche se per dei fatti tutto sommato secondari, nell’ambito di quel tragico sabato di follia.
Il ragazzo era accusato anche di alcuni furti: di una cassetta di medicinali dalla farmacia di Grosotto, dell’auto del ferramenta del paese, di una bici e dell’auto della mamma di Veronica. Tutte circostanze che l’indagato ha ammesso, come peraltro aveva fatto fin dalle prime battute delle indagini. Per quei fatti la Procura aveva chiesto la misura degli arresti domiciliari prima ancora di avere le prove dell’omicidio di Veronica e del tentato omicidio di Lucchini. Il gip non aveva accolto la richiesta, il Riesame però sì. Di qui l’interrogatorio di garanzia di ieri .
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