Oltre mille alpini
a Colico per il ricordo
Il presidente nazionale Ana alla settantunesima commemorazione della battaglia di Nikolajewka
La messa con monsignor D’Ercole de l’Aquila dopo aver recuperato la reliquia di Giovanni Paolo II
Colico - «Finché ci sarà un alpino, l’Italia avrà ancora una speranza nel futuro», ha detto ieri il presidente nazionale Ana, Sebastiano Favero alla settantunesima commemorazione della battaglia di Nikolajewka.
E di alpini ce n’erano ancora tantissimi a Colico, tra i quali cinque reduci da quella che è stata una definita come una «pagina tragica e storica» della loro epopea.
Colico ha abbracciato tutti per il ricordo di quel 1943 sul fronte russo quando bisognava rompere l’accerchiamento per tornare a casa: «Una battaglia all’indietro, vincere per ritirasi come hanno fatto il 5° e 6° Reggimento Alpini», ha ricordato il presidente della sezione colichese Luigi Bernardi facendo gli onori di casa.
Novantacinque gruppi, sette sezioni Ana, numerose associazioni d’arma e di volontariato con i labari, i gonfaloni di Lecco, Como e Sondrio, i vertici delle forze dell’ordine e tanti sindaci alla grande cerimonia annuale. Oltre mille persone. La messa è stata celebrata in San Giorgio da monsignor Giovanni D’Ercole, vescovo ausiliare de L’Aquila, arrivato sul Lario poche ore dopo avere ricostruito il frammento della reliquia che conteneva il pezzo di stoffa intrisa di sangue di Papa Giovanni Paolo II, ritrovata dopo essere stata trafugata dal santuario di San Pietro della Ienca, sul Gran Sasso.
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