Olginate: successo dei colori bianconeri

Questa volta ha vinto la solidarietà

Il 2014 ha regalato molte soddisfazioni e diversi trofei all’Olginatese, proiettando ancor di più la società bianconera al vertice del calcio giovanile lecchese.

Nessuno però si aspettava che l’ultima gioia dell’anno potesse arrivare dal lontano Bangladesh, cadendo come una ciliegina sulla torta di questi mesi lieti e vincenti.

Il protagonista della storia si chiama padre Pierfrancesco Corti, missionario del Pime molto conosciuto a Olginate. Nell’insolita veste di allenatore, il sacerdote lecchese ha guidato la squadra del suo villaggio alla vittoria di un torneo di calcio che metteva in palio una mucca di 300 chili, e lo ha fatto indossando le divise dell’Olginatese. Per quanto il premio in palio possa non sembrare granché visto con i nostri occhi, è necessario tenere presente che il possesso di una mucca permette a un villaggio come quello di padre Corti di produrre latte e derivati, contribuendo in misura molto significativa alla sopravvivenza degli abitanti.

«Siamo contenti che questo piccolo nostro gesto sia servito a rendere migliore la vita di qualcun altro, tanto più che arriva proprio nel periodo natalizio – commenta il presidente dell’Olginatese, Flavio Redaelli – Ci piace pensare che abbiamo contribuito in piccola parte a quest’importante vittoria, che a differenza delle nostre va al di là dell’aspetto puramente sportivo. È un successo - prosegue Redaelli - che abbiamo accolto con emozione per il significato che ha, e per il piccolo contributo che siamo riusciti a dare a padre Corti e alle presone che assiste».

Una storia nata durante la scorsa estate, quando la società bianconera ha fatto recapitare a padre Pierfrancesco il materiale tecnico dismesso dalla stagione scorsa, regalando così tanti vestiti alla sua comunità e una divisa da gioco ai suoi ragazzi.

Ordinato sacerdote al Pime nel 1996, padre Pierfrancesco Corti è da undici anni accanto ai ragazzi e ai malati della zona del Dinajpur, in Bangladesh. Probabilmente tutto pensava tranne che di diventare un allenatore di calcio vincente, capace di far brillare i colori bianconeri a oltre settemila chilometri di distanza da Olginate per ottenere la vittoria più bella.