Cronaca / Sondrio e cintura
Mercoledì 17 Luglio 2013
«Ogni giorno una regola nuova
E dal governo pannicelli caldi»
Sondrio «Lo “sblocca crediti” rischia di essere il classico pannicello caldo» scrolla le spalle l’assessore al Bilancio del Comune di Sondrio Gianpiero Busi.
L’assessore commenta così portata ed effettiva rilevanza per i conti dell’amministrazione locale del decreto 35 – varato dal governo per aiutare e sveltire i pagamenti pubblici arretrati nei confronti dei creditori privati – avrà nei prossimi 12 mesi.
«Bene l’allentamento delle maglie del patto di stabilità», continua Busi, «ma i soldi che ci sarà consentito di non segnare alla voce uscite del bilancio non cambiano molto la situazione: rimane, per noi, ancora ben più di un milione di euro da trovare. E potremo farlo solo tagliando la spesa e vendendo beni pubblici alienabili». Operazione non facile, in un momento in cui i compratori non fanno esattamente la fila e tagliare la spesa rischia di mortificare ulteriormente una dinamica economica già a terra.
Eppure i soldi ci sarebbero, lamenta Busi, che ricorda i più di 6 milioni di euro comunali bloccati nelle casse della Banca d’Italia; dei quali, per di più, gli interessi oggi rimangono allo Stato. Davvero poca cosa allora, le non molte migliaia di euro che il decreto 35 consentirà di trattenere: «Il problema rimane strutturale: lo Stato chiede anche ai Comuni virtuosi di fare sacrifici e rispettare determinati parametri anche piuttosto rigidi, poi sembra fare di tutto per metterli in difficoltà nel rientrare in quei parametri». Ce l’ha soprattutto con i continui rinvii su decisioni vitali come quella relativa all’Imu, in grado di cambiare le carte sulla tavola delle politiche comunali in maniera radicale, soprattutto sul piano economico.
O come la proroga del termine ultimo per la presentazione dei bilanci dei Comuni al prossimo settembre, che finirà con alimentare sensibilmente l’incertezza circa tempi e modalità della distribuzione delle risorse. Incertezza che complica non poco il lavoro costruttivo di impostazione delle politiche amministrative future:.
«Ogni volta che si rinvia una decisione, per noi diventa più difficile; fare un bilancio di previsione rischia di essere un’impresa, soprattutto avendo a che fare con opere pubbliche che, spesso, è impossibile far rientrare entro un solo bilancio annuale».
Intanto, dai dati pubblicati sui crediti ancora da pagare, il Comune di Sondrio si aspetta un premio anche su un altro fronte, e che dovrebbe consentire alle amministrazioni locali di liberare la scrivania dalle fatture rimaste: nel caso di Sondrio, allora, dei 2,1 milioni di segno positivo imposto dal patto di stabilità al rapporto fra entrate e uscite annuale, dovrebbero essere concessi circa 750mila euro di respiro sotto forma di fondi da destinare, tra gli altri impieghi, al pagamento delle aziende creditrici (la maggior parte delle quali appartenenti al settore edile, essendo il debito sondriese relativo per lo più a opere pubbliche realizzate).
Che in ogni caso non dovranno aspettare molto, se dal Comune l’assessore Busi fa sapere che i pagamenti vengono effettuati sempre entro i 60 giorni (già nel cestino, quindi, le carte di fine dicembre), e che quello dell’insolvenza dell’amministrazione pubblica non è problema che tocchi la realtà sondriese: possono sorridere, allora, i privati creditori degli enti valtellinesi; un po’ meno molti dei creditori (anche valtellinesi) di realtà locali più complicate come quella milanese: serve ossigeno, altrimenti si muore. E decisioni chiare ed efficaci, o l’ossigeno finanziario, anche dove c’è, rischia di scarseggiare presto.
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