Cronaca / Merate e Casatese
Mercoledì 05 Marzo 2014
’Ndrangheta decapitata
ma pronta a rialzarsi
Incredibile scoperta degli investigatori della Dda, una “banca” in Brianza - Eseguiti ieri 33 arresti tra Lombardia e Calabria - Imprenditori casatesi “strozzati” dagli usurai
Non ci è voluto molto, alla ’ndrangheta, per rialzare la testa in Brianza. A poco più di un anno dall’operazione Infinito, che ha decapitato le ramificazioni locali delle cosche reggine, c’è chi ne aveva già preso il posto.
È quanto ha rivelato una nuova indagine della Direzione distrettuale antimafia di Milano, che ieri ha proceduto con 33 arresti tra la Lombardia e altre regioni d’Italia. Un’operazione che ha portato a sollevare il velo su un’organizzazione criminale talmente efficiente da aver perfino dato vita una sorta di “banca clandestina” in Brianza attraverso la quale riciclare i proventi di estorsioni e usura grazie a una fitta rete di società e impiegati postali e bancari collusi.
Due le perquisizioni eseguite dagli uomini della Squadra mobile cittadina, di concerto con i colleghi di Milano, nel nostro territorio: una a Pasturo, dove si pensava di poter rintracciare uno degli indagati (una posizione definita marginale, l’uomo in realtà si è trasferito da tempo fuori regione). La seconda a Casatenovo, in un’azienda che, dall’inchiesta, emergerebbe essere stata vittima della ’ndrangheta. Imprenditori “strozzati” dagli usurai, insomma, che non avrebbero avuto il coraggio di denunciare. Ieri i poliziotti hanno cercato riscontri documentali al castello accusatorio costruito dalla Dda.
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