Cronaca / Sondrio e cintura
Sabato 24 Maggio 2014
Motorizzazione
l’indagine cresce
Tutto ha preso il via l’autunno scorso da un normale controllo su un veicolo e ora l’inchiesta vanta già quattro filoni: immatricolazione mezzi, revisioni, nazionalizzazione dei veicoli importati e, infine, collaudi
Tutto ha preso il via l’autunno scorso da un normale controllo su un veicolo e ora l’inchiesta vanta già quattro filoni: immatricolazione mezzi, revisioni, nazionalizzazione dei veicoli importati e, infine, collaudi.
Non è dato sapere se il numero degli indagati è fermo a sei, ma quel che è certo è che l’indagine sulla Motorizzazione di Sondrio di giorno in giorno si arricchisce di verbali e nuovi sequestri. A pochi mesi di distanza dalle perquisizioni effettuate in sede, gli ispettori della Polizia stradale hanno raccolto elementi tali da far supporre «illeciti penali commessi da alcuni dipendenti dell’Ufficio Provinciale della Motorizzazione Civile nell’espletamento delle specifiche attività tecniche».
L’inchiesta per ora ipotizza i reati di associazione per delinquere per truffa e falso e per il momento non sarebbero emerse dazioni o premesse di danaro. Ci sarebbero invece presunte irregolarità in alcune pratiche relative ad auto un tempo in dotazione a Poste Italiane e inizialmente immatricolate come commerciali, o a mezzi pesanti il cui peso è risultato superiore a quello annotato nel libretto di circolazione.
E poi ci sarebbero operazioni per le quali sarebbe stato necessario ottenere l’omologazione da parte della casa madre che invece non sarebbe mai stata richiesta. Gli ispettori della Stradale stanno passando in rassegna tutte le revisioni vistate dai funzionari all’epoca in servizio e stanno contattando i privati per capire se dietro alle presunte irregolarità ci siano o meno dei favori e soprattutto se ci sono situazione che potrebbero generare rischi per l’incolumità privata e pubblica. «La Polizia Stradale auspica che l’attività in corso possa essere utile a prevenire anche eventuali infortuni,affinché non abbiano mai più a ripetersi tragedie assurde come quella dell’autobus precipitato il 29 luglio dello scorso anno dal viadotto dell’A16 Napoli-Canosa, provocando la morte di 40 persone. In quel caso il veicolo è risultato con revisione “falsa”. Sarebbe infatti emerso che, senza effettuare alcun controllo al veicolo, i funzionari della Motorizzazione preposti, ora indagati, introducendosi nel sistema informatico, avrebbero attestato l’avvenuta revisione del bus, prima dell’incidente, senza che questa fosse realmente avvenuta».
© RIPRODUZIONE RISERVATA